Frutta. Primo bilancio di fine estate delle cooperative del settore: volumi in discesa e decollo dei prezzi. Il caso in controtendenza del Melone Mantovano Igp che con nuove varietà ha ampliato spazi e business
L’estate è finita da poco e si tirano le prime somme. «Per le drupacee estive (pesche, albicocche eccetera)il bilancio è positivo in termini di risposta del mercato, con buoni prezzi a fronte di una minore disponibilità di prodotto – spiega Cristian Moretti, direttore generale di Agrintesa, la principale cooperativa del settore, con 3.90o soci e un valore alla produzione di 400 milioni di euro – Abbiamo prodotto circa 58mila tonnellate di drupacee, un volume inferiore al potenziale ma comunque superiore ad annate recenti segnate da forti contrazioni».
Moretti snocciola anche i dati: le ciliegie si sono fermate all’8o% del potenziale produttivo, pesche e nettarine sono diminuite del 10% in Emilia-Romagna e del 20% in Calabria mentre per albicocche e le susine il calo delle rese è stato del 30% al nord e del 2o% al sud. Non è andata meglio ai nostri principali competitor europei, come Spagna e Grecia, che hanno vissuto una situazione analoga a quella italiana, tanto che la produzione nella Ue è rimasta inferiore alle potenzialità, soprattutto per pesche, nettarine e percocche, calate del 7% a volume, stimano Ismea/Europeach.
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Il Melone Mantovano IGP in controtendenza: prezzo e produzione in crescita
L’innovazione ha riguardato anche produzioni tipiche, come il Melone Mantovano Igp, artefice di un impegnativo rinnovamento delle varietà, che si sono moltiplicate e che in alcuni casi coprono anche solo una settimana produttiva. In un decennio la produzione Igp è passata a 500 a 11.700 tonnellate e quest’anno salirà oltre quota 12mila.
Ma l’obiettivo del Consorzio è di arrivare 15mila tonnellate grazie all’ampliamento della zona di produzione, che dovrebbe essere approvata ufficialmente entro fine anno. «Riuscire a garantire la produzione e ad assicurare la qualità richiesta dal disciplinare dell’Igp per noi è un grande risultato – spiega il presidente Mauro Aguzzi – La Gdo riconosce la nostra eccellenza con una quotazione maggiore rispetto al prodotto standard, anche se non sempre basta a coprire quel 20-30% di costi aggiuntivi richiesti dalla Igp»
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Fonte: Il Sole 24 Ore