Dazi USA e export agroalimentare made in Italy, la protesta dei produttori del vino: “Noi costretti a ridurre i prezzi per farci carico delle tariffe”

Arrivano i primi dati sugli effetti dei dazi statunitensi, ma dicono solo in parte come stanno reagendo le aziende italiane, che da mesi convivono con la guerra commerciale. Ieri l’Istat ha pubblicato i numeri delle esportazioni di agosto, il primo mese con le tariffe in vigore.

Sono segnati da un calo del 21,2% delle spedizioni negli Stati Uniti e dell’8,1 %rispetto a luglio sulle merci verso i Paesi al di fuori dell’Unione europea. Il dato risente anche dell’accelerazione dei due mesi precedenti, che hanno visto anticipare l’export nel timore che i negoziati non andassero a buon fine.

Anche le importazioni sono scese (-7,1%), confermando un momento di difficoltà generale negli scambi. A trascinare verso il basso le vendite extra Ue sono stati soprattutto macchinari e impianti industriali, crollati del 16,7%.

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Filiera vitivinicola

Per l’Unione italiana vini (Uiv), le previsioni di attutire il sovrapprezzo facendolo pagare all’importatore si stanno rivelando fallimentari. Secondo i dati raccolti, a luglio il prezzo medio del vino diretto negli Usa dalle cantine italiane è sceso del 20, 5% sullo stesso mese del 2024. Questo in parte perché, secondo Uiv, i produttori stanno continuando a sacrificare i loro margini pur di garantirsi i clienti americani.

Filiera Lattiero-casearia

Emergenza rientrata per Grana Padano DOP e Parmigiano Reggiano DOP, che hanno rischiato di subire un doppio dazio (base e sull’export fuori quota), salvo poi risolvere il disallineamento con l’intervento del governo italiano. A essere in pericolo, per il lattiero-caseario, è oggi il Pecorino Romano DOP, che negli Usa trova il suo primo mercato estero.

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Fonte: La Stampa

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