II valore alla produzione ortofrutta DOP e IGP è risultato di 379 milioni di euro. Intanto si intensificano i processi aggregativi.
Nel 2023, il valore alla produzione delle DOP e IGP ortofrutticole (cereali compresi) è risultato di 379 milioni di euro, cioè intorno al 5% di quello delle Indicazioni Geografiche (Ig) agroalimentari nazionali (Fonte Rapporto Ismea-Qualivita 2024).
Anche se con un andamento in leggero in calo nell’ultimo triennio (-0,8%), probabilmente condizionato dalle ricadute sulla produzione per gli eventi catastrofali del 2023, per il comparto ortofrutticolo le Ig sono un elemento segnaletico della superiore qualità di un articolato paniere di prodotti. Molti di essi, penalizzati dal fatto di essere delimitati territorialmente e circoscritti ad una diffusione commerciale prevalentemente locale o regionale hanno nell’Ig il loro principale elemento segnaletico.
Nel 2023 (ultimo annodi aggiornamento dei dati) le IG ortofrutticole erano 126, cioè l’1% in più rispetto all’anno precedente. In media, le mele (Alto Adige IGP e Val di Non DOP) congiuntamente, hanno pesato per il 39,7% sul valore complessivo della categoria.
Nel settore ortofrutticolo il livello di copertura dei costi garantito dal processo di lavorazione e commercializzazione genera il surplus monetario (valore aggiunto) destinato a remunerare il rischio d’impresa. L’andamento di questo indicatore, riferito alle top 5 produzioni IG, evidenzia che sono le mele ad avere il livello di performance più elevato. Nel 2023 Val di Non DOP si è attestata a 138 milioni di euro (201-63), seguita dall’Alto Adige IGP (79 milioni di euro) (160-81) contro un valore medio delle altre Top 3 Ig di soli 36 milioni di euro.
La distintività delle due menzionate, Dop/Igp, associata ad OP di grandi dimensioni è un importante elemento di generazione del valore che anche le altre produzioni ortofrutticole sono chiamate nei prossimi anni a rafforzare per emergere sul mercato.
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Fonte: FOOD