L’Italia torna capitale del pomodoro scavalcando il Dragone e riconquistando il secondo posto come produttore mondiale: crollo della Cina, con un raccolto dimezzato. Meglio solo gli Stati Uniti, ma incombe il pericolo del finto San Marzano made in California

L’oro rosso made in Italy brilla e sfida Usa e Cina. La raccolta del pomodoro in Italia si è conclusa con una qualità giudicata superiore alla precedente. Si prevede dunque un’ottima disponibilità di pelati, polpe e passate sugli scaffali. Non e mancata a livello nazionale la quantità con la previsione di una produzione di 5,8 milioni di tonnellate di conserve di pomodoro, in aumento del +5% rispetto allo scorso anno, secondo Anicav e World Processing Tornato Counci, l’organizzazione internazionale che rappresenta l’industria mondiale di trasformazione del pomodoro.

La situazione in realtà non è uniforme lungo la Penisola e il made in Italy deve scontare il crollo dei raccolti in Puglia, il principale territorio di produzione nel Mezzogiorno. A causa della siccità, la Coldiretti regionale parla di tagli pesanti che si aggirano attorno al 30% nella provincia di. Foggia, che è leader nel comparto con gli agricoltori impegnati su una superficie di 17mila ettari destinata al pomodoro da industria, La coltura è diffusa anche in Campania e Basilicata con un contributo rilevante al livello nazionale dove la coltivazione avviene su circa 76mila ettari. Diffusa la produzione anche al Nord in Lombardia ed Emilia Romagna, la regione leader cón oltre 27.000 ettari.

Sul piano industriale importanti attività di trasformazione si concentrano nelle due regioni ma anche in Campania dove si trova il distretto del pomodoro Agro Sarnese-Nocerino, un’area tra le province di Salerno e Napoli, specializzata nella coltivazione e trasformazione del pomodoro, in particolare dei Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP. Questo distretto è caratterizzato da una lunga tradizione di lavorazione del pomodoro pelato e rappresenta un pilastro dell’economia agricola locale.

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L’Italia si classifica nel 2025 al secondo posto tra i principali produttori mondiali dietro agli Stati Uniti che conquistano il primato con una produzione di poco inferiore ai 10 milioni di tonnellate realizzata in California (-0,2%) mentre la Cina, dove il raccolto è più che dimezzato (-51,2%), perde il primato e scende al terzo posto con poco più di 5 milioni di tonnellate. La produzione europea risulterebbe complessivamente in flessione (-4,5%) per effetto del calo della Spagna (-22%) con 3,1 milioni di tonnellate, mentre a livello mondiale la produzione è stimata a 45,8 milioni di tonnellate, -14%, La frenata della Cina potrebbe rappresentare una importante opportunità per il made in Italy.

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Fonte: Moneta – Il Giornale, Libero, Il Tempo