Formaggi DOP. Il presidente del Consorzo del Parmigiano Reggiano DOP, Bertinelli: «L’unica via di crescita è all’estero, importante investire su valore e posizionamento del marchio»

Il Parmigiano Reggiano DOP punta sul valore del brand per crescere all’estero e consolidare la sua collocazione premium. Nicola Bertinelli — riconfermato ad aprile alla guida del Consorzio di tutela della Dop — fa un paragone, tanto ambizioso quanto chiaro nell’indicare la direzione: «Di solito non si stappa una bottiglia di Champagne perché c’è bisogno di un bianco frizzante, magari per cucinare — dice — così il Parmigiano deve essere qualcosa che va oltre la sua funzione di mero prodotto, oltre il pezzo di formaggio, seppur ottimo. Deve aumentare la componente emozionale evaloriale che si porta dietro la ricchezza di un intero territorio».

Il paragone nasce anche da una riflessione sulle prospettive di mercato: «In Italia, nel lungo periodo sarà difficile mantenere i consumi attuali, anche per sole ragioni demografiche — continua Bertinelli — . Oggi molte famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese e da grattugiare ci sono alternative più economiche. La crescita dovrà essere quindi all’estero. Lo Champagne 5o anni fa produceva circa lo stesso numero di bottiglie, ma ne esportava il 10%, ora vende fuori dalla Francia la maggior parte della produzione. Noi siamo già praticamente alla metà, ma in dieci anni potremmo arrivare a esportare l’80% delle forme di Parmigiano».

Da un lato il Consorzio punta a un marcato cambio di direzione nella strategia di comunicazione, anche grazie all’aumento delle risorse stanziate e all’arrivo alla direzione marketing di Carmine Forbuso, che ha alle spalle esperienze in Campari, Ferrero e Procter & Gamble. Dall’altro sul mantenimento di un piano di regolazione dell’offerta adeguato agli obiettivi.

«Crediamo che il giusto tasso di crescita per non inflazionare il prodotto sia di circa il 2% annuo, che vuol dire arrivare a produrre 4,7 milioni di forme nel 2031 e 4,9 nel 2035 — spiega Bertinelli —. Sul fronte marketing e comunicazione da qualche anno stiamo aumentando il budget. Passeremo dai 27 milioni del 2024 ai 30 del 2025, il 60% destinato all’estero. Ma i consorziati saranno chiamati a ottobre a decidere se alzare i contributi destinati a questo capitolo di spesa fondamentale».

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Fonte: Il Sole 24 Ore