L’adozione dell’AI nel sistema agroalimentare accelera innovazione e competitività. Produzione intelligente, tracciabilità, tutela del marchio, logistica integrata e interoperabilità dei dati diventano asset chiave per superare le criticità strutturali

L’agroindustria ha affrontato una vera e propria prova di resilienza dentro e fuori i confini UE, aggravata da tensioni geopolitiche e cambiamento climatico: prima l’esplosione dei costi energetici, poi l’impennata delle materie prime e infine l’impatto dei dazi. Eppure, il settore non solo ha retto l’impatto, ma ha reagito rilanciando in termini di innovazione. Le aziende italiane sono prime in Europa per esportazioni e valore aggiunto.

A trainare la ripresa è la tecnologia, con l’intelligenza artificiale che assume un ruolo sempre più centrale in progetti strategici, dalla gestione predittiva delle colture all’automazione dei processi industriali. Un vero cambio di paradigma, che concentra l’attenzione su efficienza operativa, completa tracciabilità delle filiere, pianificazione dinamica della supply chain e approccio sostenibile all’intera produzione.

Il comparto agrifood sta adottando un articolato mix di strategie: dall’autoproduzione di energia al miglioramento dell’efficienza nei processi, dalla diversificazione dei mercati di sbocco alla tutela della biodiversità, fino allo sviluppo di pratiche di economia circolare. A questi si aggiungono ingenti investimenti sia nelle attività primarie sia nelle tecnologie, in particolare nel digitale e nell’intelligenza artificiale, per rafforzare la resilienza necessaria. Nonostante le previsioni in chiaroscuro, gli analisti confermano un outlook positivo anche per il 2025, sostenuto principalmente dalla domanda interna.

Tuttavia, si tratta di una realtà a doppia velocità: mentre l’industria alimentare registra anni da record, le imprese agricole crescono a un ritmo più contenuto, pur restando sopra la media dei principali Paesi europei. Secondo il report ISTAT di gennaio, nel 2024 il settore agricolo ha visto un aumento dell’1,4% nei volumi prodotti e una crescita dello 0,8% nei prezzi di vendita. Di conseguenza, il valore complessivo della produzione agricola a prezzi correnti è salito del 2,2%, in controtendenza rispetto a Francia e Germania, dove si sono registrate diminuzioni rispettivamente del 7,7% e dello 0,9%. In termini di valore aggiunto, invece, l’Italia ha conquistato lo scorso anno la leadership europea, superando Spagna e Francia – quest’ultima detentrice del primato nel 2023 – e consolidando così la sua posizione di eccellenza.

CRESCITA E COMPETITIVITÀ

L’ottimo stato di salute del settore agroalimentare è confermato dall’ultimo rapporto ISMEA, l’istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare. Nel 2024 è cresciuta non solo l’importanza del settore nell’economia nazionale, ma si è anche consolidata la capacità di esportazione delle produzioni più rappresentative del “Made in Italy”. In dieci anni, le esportazioni agroalimentari italiane sono quasi raddoppiate, superando la cifra record di 69 miliardi di euro: un risultato che testimonia la qualità e la competitività delle nostre produzioni, ovunque riconosciute e apprezzate. Non a caso il nostro Paese è primo al mondo per numero di DOP, IGP e STG, con più di un quinto dei prodotti agroalimentari e quasi un terzo dei vini certificati in UE. Il peso della DOP Economy (20 miliardi di euro e 850mila occupati) rispetto all’agroalimentare nazionale è di circa il 20%, in aumento di tre punti percentuali rispetto a dieci anni fa (Fonte: Rapporto Ismea-Qualivita 2024).

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Un esempio è il sistema di tracciabilità, unico in Europa, del Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP, in grado di tutelare allevatori e produttori e garantire ai consumatori finali che il latte utilizzato per la produzione della Mozzarella di Bufala Campana DOP sia 100% latte di bufala intero fresco, proveniente da bufale allevate solo in precise zone, che costituiscono l’area territoriale della DOP.

Questo sistema è frutto del lavoro congiunto dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, del Ministero delle Politiche agricole, del Dipartimento Qualità Alimentare Certificazioni e del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP. Tutti gli attori della filiera, che a qualsiasi titolo entrano in contatto con la materia prima, sono obbligati a registrare quanto è stato prodotto, trasferito o trasformato. Il sistema si basa su AI, addestrata attraverso l’esame di tutte le etichette dei soci del consorzio (oltre seimila e settecento etichette singole) per verificare i riferimenti specifici al prodotto, identificando imitazioni e contraffazioni sulle confezioni e distinguendo l’autentico dal falso.

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Fonte: Datamanager.it