Franco Bochicchio, Professore ordinario di Didattica generale all’Università di Genova: il Turismo DOP richiama esperienze dove l’orizzonte si apre alla comprensione dei processi culturali collegati al cibo e al territorio in quanto fattori identitari delle Indicazioni Geografiche
La definizione di “Turismo DOP” illustrata in questo lavoro di Fondazione Qualivita, dal richiamare aspetti che nelle scienze della formazione hanno rilievo primario, contiene spunti utili per ripensare la tradizionale offerta turistica enogastronomica, che dall’arricchirsi di aspetti improntati alla cultura e alla sostenibilità di cibi e territori incrementano l’attrattività e il benessere integrale del turista, valicando la temporanea ed effimera soddisfazione del palato. Una felice intuizione che intercetta esigenze molto concrete, che coinvolgono Consorzi di tutela, operatori della filiera e Istituzioni.
Editoriale di Franco Bochicchio
Professore ordinario di Didattica generale all’Università di Genova, si occupa di turismo culturale ed enogastronomico, con particolare attenzione al valore formativo dell’esperienza turistica e ai processi di apprendimento che ne derivano.
Pedagogia e territorio nell’esperienza turistica
Il Turismo DOP richiama esperienze non circoscritte alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari certificati, dove l’orizzonte si apre alla comprensione dei processi culturali collegati al cibo e al territorio in quanto fattori identitari delle Indicazioni Geografiche. Sullo specifico versante didattico-pedagogico il Turismo DOP prospetta originali contaminazioni tra l’educazione e il turismo, ambito tradizionalmente distante da questa scienza.
A tale proposito, giova richiamare le definizioni di pedagogia, didattica, educazione. La pedagogia è la scienza che studia la formazione dell’uomo durante l’intero ciclo della vita e in ogni luogo. La didattica è la scienza che studia il coessenziale processo dell’insegnare e dell’apprendere e si occupa dell’allestimento, consolidamento e valutazione di “ambienti di apprendimento” con l’obiettivo di determinare nei soggetti processi acquisitivi di crescita sul piano cognitivo, emotivo-affettivo e corporeo-sensoriale. Per essere tale, la crescita del turista deve presentare caratteri di significatività (riverberare in effetti concreti e osservabili nella vita quotidiana del soggetto) e permanenza (mantenere stabilità nel tempo).
Solo a queste condizioni la crescita produce “punti di non ritorno” nei comportamenti di acquisto e di consumo. Affermazione che richiama il principio secondo cui più si acquisisce autonoma capacità di valutazione e di giudizio, più si assume consapevolezza del “di meno” che viene offerto, a cui diventa più facile rinunciare salvaguardando così anche i rischi per la propria salute. Trova così conferma che le pratiche didattiche sono compatibili con i turisti di ogni età, e contribuiscono alla creazione di un sistema integrato di organizzazioni (imprese, Consorzi di tutela ed enti locali) che collaborano nel promuovere la sostenibilità dei territori.
Infine, l’educazione incoraggia lo sviluppo più completo possibile delle attitudini di ogni soggetto, come individuo e come membro di una società democratica. Poiché l’educazione è inseparabile dall’evoluzione sociale e dalla cultura di una comunità, risulta evidente il rilievo primario che l’educazione del turista assolve quando l’offerta è inscritta nella più ampia cornice di un modello virtuoso di economia circolare dove il cibo è volano di sviluppo inclusivo e sostenibile.
La protezione come apprendimento e responsabilità
Il Turismo DOP promuove i prodotti DOP e IGP, esaltandone il valore e il legame con il territorio. Dal reinterpretare il significato di protezione da angolature meno convenzionali affiorano profili educativi e didattici inediti. Sul piano spaziale, le “tre P” testimoniano la vocazione primaria del Turismo DOP che consiste nel “proteggere” i territori delle Indicazioni Geografiche.
Una protezione che si esprime come risultato di una azione intenzionale dell’uomo, dove l’apprendimento deve favorire nel turista la conoscenza e la valorizzazione delle tradizioni, dei prodotti, delle produzioni etc., sollecitandolo nel validare e, se necessario, modificare rappresentazioni e comportamenti radicati. Sul piano temporale, il rapporto tra la “protezione” e l’educazione trova solide conferme; l’educazione, infatti, deve disporsi funzionalmente sia nell’aiutare il turista a “prevenire” rischi e minacce identitarie che indeboliscono la reputazione delle Indicazioni Geografiche, sia nel sensibilizzarlo sull’importanza di “tutelare” le identità di prodotti e territori preservando i patrimoni per le generazioni future (è il campo della cosiddetta educazione alla sostenibilità).
Cultura, natura e gusto: un’esperienza immersiva
Poiché nel Turismo DOP ogni attività è progettata per rafforzare il legame tra prodotto e territorio, anche i rapporti tra cultura e natura si contaminano produttivamente. Essendo il patrimonio culturale espressione dell’identità delle comunità, rivelatore delle trasformazioni avvenute nel passato e dei caratteri attuali, il contatto immersivo dei turisti con i patrimoni culturali e naturali è sempre occasione di apprendimento e talvolta anche di riconoscimento di quanto la cultura di una comunità è debitrice dei patrimoni di altri territori e comunità. Aspetti talvolta trascurati a vantaggio dell’immediatezza dei sapori. Infine, nel Turismo DOP anche l’esperienza del gusto fluttua tra sapere, sapore e piacere, per meglio rispondere al desiderio del turista di riconoscimento della qualità, di scoperta dei prodotti locali, tipici e autentici. Esperienze dove l’evasione e il rapporto diretto con la natura si saldano con la spensieratezza e il relax.
Il benessere come crescita consapevole e trasformativa
Il fondamento che legittima una concezione autenticamente educativa del Turismo DOP poggia a mio avviso su un’idea del benessere economico, sociale e individuale distante dalla teoria utilitaristica del benessere edonico (secondo cui il grado di benessere dipende esclusivamente dall’appagamento dei desideri, della felicità o delle preferenze di vita di ciascuno). A questa è necessario contrapporre una differente visione del benessere dove l’attenzione vira sulle effettive possibilità dell’uomo di far derivare l’esercizio delle proprie capacità (capabilities) come esito di un’educazione attenta a sviluppare nell’uomo il pensiero critico, la coscienza e la consapevolezza attraverso l’esperienza concreta e/o l’osservazione riflessiva.
In conclusione, nel Turismo DOP il soggetto è sollecitato a immergersi in modo attivo e consapevole nel patrimonio naturale, enogastronomico e culturale del territorio, per ricavare da questo stimoli trasformativi delle rappresentazioni della realtà, dei comportamenti abituali e dei criteri che influenzano le sue decisioni di acquisto e di consumo. In tal modo, l’utilità della funzione educativa si misura e si esprime nella capacità di incrementare valore economico e benessere del turista proteggendo la reputazione e salvaguardando la sostenibilità dei territori delle Indicazioni Geografiche.
A cura della redazione
Fonte: Consortium 27 / N° 02/2025