Parla di “asimmetria” il Rapporto Ismea-Qualivita per rappresentare un comparto, quello delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche protette, costituito ormai da un gran numero di prodotti riconosciuti. Un ambito, il più blasonato dell’agroalimentare italiano, che se si guarda però alla dimensione dei fatturati si riduce a un club di pochi eletti. Quello delle DOP e delle IGP in Italia è un sistema che continua insomma a orbitare attorno a un gruppo piuttosto ristretto di prodotti e consorzi. Considerando che i primi dieci marchi tutelati, appena lo 0,4% del totale, rappresentano più dell’80% del fatturato riconducibile all’intero aggregato delle indicazioni geografiche riconosciute in Italia.

L’Informatore Agrario