La Turchia accelera su DOP e IGP, Rosati (Fondazione Qualivita): il 75% delle nuove domande extra Ue arriva da Ankara. Sistema IG volano di crescita e promozione turistica.

In Turchia tutti pazzi per le Dop. Non quelle italiane o europee, ma per i prodotti turchi a denominazione d’origine. Ankara, infatti, sta portando avanti una strategia aggressiva per valorizzare il proprio patrimonio agroalimentare e artigianale attraverso il sistema europeo delle indicazioni geografiche puntando con decisione all’internazionalizzazione e in particolare al mercato Ue. Il registro europeo dei prodotti Dop e Igp è infatti aperto anche alle registrazioni extra Ue. Anzi, proprio l’apertura ai Paesi extra comunitari fu una specifica richiesta del Wto nel 2006 per stoppare le accuse mosse al sistema Ue di essere di ostacolo alla concorrenza.

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Il primo paese extra Ue per registrazioni Dop e Igp è la Cina che ad oggi tra iscrizioni tout court e marchi protetti nell’ambito di accordi bilaterali vanta no denominazioni (99 food, 7 wine e 4 spirits). Al secondo posto tra i paesi decisi a sposare il sistema europeo delle Dop e Igp è la Turchia che tra l’altro ha avviato una forte accelerazione del processo negli ultimi mesi. Basti pensare che su 90 domande di registrazione provenienti da 17 paesi e attualmente all’esame di Bruxelles ben 69 provengono dalla Turchia, ovvero oltre tre su quattro.

A darne notizia è la Fondazione Qualivita che da oltre due decenni monitora (assieme ad Ismea) l’universo della Dop economy.

La crescita di interesse anche in altre aree del mondo verso il sistema delle Indicazioni Geografiche risiede nella dimostrata capacità, in oltre trent’anni di vita, di riuscire a creare valore e di distribuirlo sui territori d’origine facendo da volano anche per il turismo. Aspetti che stanno ora facendo proseliti a latitudini diverse dall’Europa e che in prospettiva possono rafforzare l’intero sistema dagli attacchi di paesi, in primis gli Usa, che invece ancora lo contestano.

«È evidente che la Turchia – ha aggiunto il direttore della Fondazione Qualivita, Mauro Rosati – stia cercando di avvicinarsi all’Europa attraverso un solido posizionamento nel mercato dei prodotti di qualità, valorizzando la vicinanza geografica e il potenziale legato al turismo. Con l’obiettivo dichiarato di arrivare a cento Indicazioni Geografiche riconosciute dall’Ue».

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Fonte: Il Sole 24 Ore