Allarme dei Consorzi di tutela piemontesi, chiesto un confronto con la Regione: «Giù prezzi e consumi, servono spazi per la prossima vendemmia»
Botti piene nelle cantine del Piemonte, ma non è una buona notizia. Mancano meno di tre mesi alla vendemmia e secondo le stime dei quindici Consorzi di tutela ci sono ancora 190 mila ettolitri di vino a denominazione d’origine invenduti. Lo scenario generale poi non aiuta: i consumi sono in calo, i prezzi in flessione e gli scenari internazionali più incerti che mai.
A fare le spese della congiuntura sono soprattutto i vini rossi a base Barbera e Dolcetto, ma anche gli aromatici come Brachetto e Moscato, e il Cortese. In cima alla classifica dei vini rimasti fermi in cantina ci sono quelli a base Moscato (circa 100 mila ettolitri), e poi Barbera, Dolcetto e Cortese (50 mila ettolitri).
L’Allarme dei Consorzi di tutela piemontesi
I Consorzi hanno espresso le loro preoccupazioni in una lettera alla Regione, in cui chiedono la convocazione degli stati generali del vino e la costituzione di un’unità operativa per pianificare gli interventi anti-crisi.
La riunione si terrà il 30 giugno a Torino, con l’assessore regionale all’Agricoltura Paolo Bongioanni.
«Nell’immediato c’è bisogno di “liberare” le cantine. Le realtà produttive più grandi hanno bisogno di spazio per affrontare la prossima vendemmia», dice Daniele Oddone, titolare dell’azienda agricola Cascina Gentile e presidente del Consorzio di tutela dell’Ovada Docg.
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Fonte: Il Secolo XIX