Continua la crescita della produzione vitivinicola in Italia, ma la domanda resta ferma e con i dazi si rischia di avere 90 milioni di ettolitri fermi in cantina con il conseguente crollo dei prezzi.

L’offerta supera la domanda, e considerando una vendemmia normale, da 50 milioni di ettolitri, a ottobre prossimo, si corre il rischio di avere 90 milioni di ettolitri di vino fermi nelle cantine italiane, pari a quasi due raccolti, con conseguente crollo dei prezzi. Questo in un Paese, come l’Italia, che risulta essere l’unico a livello globale in cui vigneto cresce.

Una condizione “insostenibile” in questo momento storico, che porterebbe a una vera e propria decurtazione dei valori del 5,3%, pari a oltre mezzo miliardo di euro di saldo negativo tra 2025 e 2024 e un prezzo medio della produzione in ribasso in doppia cifra. Con in più la preoccupazione dazi al 10% negli Usa.

Questo lo scenario del settore vitivinicolo come emerge dal focus dell’Osservatorio Unione italiana vini, presentato a Roma nell’ambito dell’assemblea dell’associazione che conta oltre 800 soci e l’85% dell’export italiano.

La Uiv ieri ha poi riconfermato Lamberto Frescobaldi alla presidenza per il prossimo triennio, al quale vanno gli auguri di buon lavoro del ministro Lollobrigida.

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Fonte: Il Mattino di Padova