Chi la dura la vince. E i risultati parlano chiaro. A distanza di un decennio dall’«Indicazione Geografica Protetta», per la Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP questo è l’anno dei grandi numeri. Non ha dubbi Giuseppe Laria, presidente del relativo Consorzio di tutela, nell’analizzare lo stato attuale di una produzione che è strettamente legata al territorio. «Dal 2008 ad oggi, dopo aver ottenuto il riconoscimento europeo ed è nato il Consorzio, con l’adozione di uno specifico disciplinare, è stata avviata un’importante attività di ordine, tra coltivatori e produttori, ma anche di vigilanza e denuncia contro le molteplici contraffazioni. Oggi possiamo ritenerci soddisfatti, anche se bisogna continuare a fare sempre meglio, sia in termini di tutela che di promozione, visto che il settore è destinato a crescere», afferma Larla. Con lo sguardo ai numeri, la sua produzione annuale certificata si aggira intorno a 250 mila quintali, con un giro di affari pari a 25 milioni di euro.
Da disciplinare, viene coltivata nell’area costiera tirrenica compresa tra Nicotera, in provincia di Vibo Valentia, e Fiume Freddo Bruzio, in provincia di Cosenza. Abbraccia oltre 1000 ettari di terreno, destinati ad aumentare. A dare conferma del percorso intrapreso dal comparto è la presenza, sempre maggiore, di Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP nel cartellone alimentare delle grandi multinazionali. La Findus l’ha voluta tra le sue materie prime per arricchire il «Minestrone Tradizionale» mentre per McDonald’s Italia è un elemento fondamentale del suo burger «My Selection» firmato da Joe Bastianich e frutto di percorso di valorizzazione del Made in Italy realizzato anche con il contributo di Fondazione Qualivita.
Ad operare nel settore sono 107 produttori che offrono lavoro stagionale a circa 6 mila addetti. «Da noi, non esiste il caporalato — sottolinea Lana — ogni nostro dipendente è pagato regolarmente e singolarmente in busta paga». A fare richiesta di questo ortaggio, tutto calabrese, oltre il mercato nazionale, attraverso la grande distribuzione, anche l’estero con consumatori tedeschi, francesi e inglesi, con punte anche in Svizzera e in Austria. «Nonostante le difficoltà logistiche, considerata anche la spiccata delicatezza del prodotto, oggi stiamo riuscendo ad aprire canali di vendita negli Stati Uniti e in Spagna. Il nostro obiettivo – spiega – è quello di continuare a promuovere il prodotto e, chiaramente, a vigilare contro la contraffazione».
Del resto, tra compiti del Consorzio di tutela, da sempre la difesa della sua identità e autenticità è stato uno dei suoi concreti scopi. «Spesso riceviamo fotografie dai consumatori, che riproducono gli scaffali di alcuni supermercati dove è esposta la cipolla venduta per Rossa di Tropea Calabria Igp ma che, nei fatti, non lo è. — conclude Lana – Dal canto nostro, oltre ad effettuare improvvise incursioni di controllo nei vari punti vendita, segnaliamo ogni falso agli uffici antifrode con cui lavoriamo in sinergia».
Fonte: L’Economia – Corriere del Mezzogiorno