Le vendite nella distribuzione moderna hanno terminato il 2017 con un bilancio positivo: le vendite a valore si sono attestate complessivamente a 65,3 miliardi di euro, il +2,3% in più sull’anno precedente (che rispetto al 2015 aveva registrato comunque un +0,7%), quelle in volume sono aumentate del +1,8%, secondo quanto riporta l’istituto IRI con l’analisi 2017 sulle venite nella GDO.
Un nota di rilievo: secondo l’istituto si conferma nel 2017 la tendenza a mangiare meglio e a selezionare con cura ciò che finisce nel carrello. Infatti, nonostante i rincari, i consumatori hanno ribadito una certa propensione a inserire nella borsa della spesa prodotti di più alto valore. Lo scorso anno ha riportato un trend positivo anche la marca del distributore (Mdd) che ha consolidato le sue posizioni, rosicchiando un’altra fetta di mercato che l’ha spinta verso il traguardo del 18,8% (Fonte: Nielsen). Nei prodotti a Indicazione Geografica la marca privata ha conquistato una quota di mercato del 39,6% e per quelli “italiani” al 100% una fetta del 28,2%. Nel fair trade la Mdd domina con un 86,6%, nel bio è al 41,1% e si va affermando anche in altri segmenti come il “senza olio di palma” (addirittura +76,6%) e l’integrale (+21,3%). Dati che testimoniano come le insegne della GDO siano riuscite a intercettare e a soddisfare nuovi bisogni divenendo veri competitor delle marche storiche nei settori di nicchia.
In parallelo l’Istat osserva che i consumi delle famiglie continuano a crescere, anche se lievemente. Non a caso, l’Istituto dice chiaramente che gli italiani non sono ancora tornati ai consumi pre-crisi, ma almeno ci provano. Parlano i numeri: la spesa dei nuclei residenti è aumentata del +1,4%, un ritmo analogo a quello del 2016.
Fonte: La Repubblica – Affari & Finanza