Castagna: produzione in forte oscillazione, trainata dalla Campania, mentre l’export accelera. Italia leader per produzione e numero di Indicazioni Geografiche

Le castagne restano un simbolo imprescindibile dell’autunno ortofrutticolo. Le ultime Analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter delineano un mercato vivace: i consumi arretrano leggermente in volume, ma il valore cresce con forza, segnando un +35% negli ultimi cinque anni. Spicca il ruolo del discount, protagonista di un incremento nel fatturato del 110%.

La produzione continua a oscillare significativamente di anno in anno, ma l’Italia mantiene comunque una posizione di vertice a livello mondiale, forte di un patrimonio varietale unico. Nel nostro Paese si contano infatti 14 castagne e marroni a Indicazione Geografica (a cui si sommano 2 farine di castagne; NdR) – 3 DOP e 11 IGP – il numero più alto tra tutte le specie ortofrutticole certificate, davanti a limoni e mele, fermi a quota 7. Con questi elementi introduttivi, entriamo ora nel cuore dell’analisi.

Italia protagonista a livello mondiale

L’Italia si conferma tra i principali attori mondiali del comparto castanicolo, al quinto posto con una produzione che sfiora le 60 mila tonnellate. Davanti a tutti c’è la Cina, fuori scala con oltre un milione di tonnellate, mentre il primo dei Paesi “comparabili” è la Spagna, oggi leader europeo con 170 mila tonnellate. Seguono Bolivia Turchia, tra 80 e 70 mila tonnellate, mentre subito dopo l’Italia si collocano diversi produttori asiatici – Corea del Sud con 52 mila tonnellate, Giappone Corea del Nord con 15 e 12 mila – e realtà europee come Grecia Portogallo, rispettivamente a 34 e 23 mila tonnellate.

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Un patrimonio territoriale e identitario unico con ben 14 prodotti IG
La castanicoltura resta un presidio storico dei territori collinari, una coltura identitaria che per secoli ha garantito sostentamento alle comunità locali, tanto da essere definita “l’albero del pane” per la sua versatilità in cucina e nella dieta tradizionale. Questo patrimonio culturale e produttivo si riflette anche nel primato delle Indicazioni Geografiche: ben 16 riconoscimenti, il numero più alto dell’intero comparto ortofrutticolo.

Tre le DOP – Marrone di Caprese Michelangelo (Toscana), Castagna di Vallerano (Lazio) e Marrone di San Zeno (Veneto) – e undici le IGP: Marrone di Serino/Castagna di Serino, Castagna di Montella, Castagna di Roccamonfina e Marrone di Roccadaspide in Campania; Castagna Cuneo e Marrone della Valle di Susa in Piemonte; Castagna del Monte Amiata e Marrone del Mugello in Toscana; Marrone di Combai e Marroni del Monfenera in Veneto; infine, Marrone di Castel del Rio in Emilia-Romagna. Infine, menzioniamo anche due prodotti trasformati: la Farina di Neccio della Garfagnana DOP e la Farina di Castagne della Lunigiana DOP, entrambi toscani.
Un patrimonio di assoluto livello, che però resta in larga parte poco conosciuto a livello nazionale e confinato in nicchie locali.

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Fonte: ItaliaFruitNews.it