Cresce la produzione di Bresaola della Valtellina IGP, ma la filiera è sotto pressione per l’aumento dei costi e la carenza di carne europea.

Aumenta la quantità di carne trattata, ma crescono anche i costi di approvvigionamento. Nel 2023 sono state lavorate circa 33.256 tonnellate di carne bovina per la produzione di bresaola della Valtellina igp, salite a circa 34.000 tonnellate nel 2024, con un incremento del 6,52% secondo i dati diffusi dal Consorzio di tutela.

Un segnale positivo per la filiera, che però deve fare i conti con un forte rialzo dei costi delle materie prime, legato alla diminuzione della disponibilità di carne bovina europea e alle barriere tariffarie sull`importazione extraUe.

Oggi circa l`80% della carne utilizzata proviene dal Sud America (soprattutto da Brasile, Paraguay, Uruguay e Argentina), mentre il restante 20% arriva dall`Europa, con una quota italiana residuale. Il ricorso all`importazione non è una scelta di convenien- za, ma una necessità: la disponibilità di bovini europei è infatti in calo costante – dal 30% del 2023 al 22% nel 2024, con un`ulteriore riduzione prevista entro il 2025 – e i costi della materia prima possono aumentare fino al 50% a causa dei dazi e delle licenze Gatt limitate.

«Nonostante la crescita produttiva, la sostenibilità economica della filiera è messa alla prova da dinamiche di mercato sempre più complesse – spiega Mario Moro, presidente del Consorzio di tutela della Bresaola della Valtellina IGP. La carne destinata alla bresaola igp è selezionata trai tagli più pregiati e magri, e ha un costo medio più alto rispetto ad altri, ma è ciò che garantisce la qualità e l`unicità del prodotto».

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Fonte: La Provincia di Sondrio