Turismo DOP: la nuova frontiera del viaggio enogastronomico conduce nei luoghi dove nascono i prodotti di origine protetta. Tra caseifici e acetaie anche mostre di quadri del Novecento

Il turista preso per la gola, che si mette in viaggio con il pensiero rivolto al Vitellone Bianco dell’Appennino centrale IGP o alle forme di Parmigiano Reggiano DOP, per scoprire dove e come si producono. Che non si limita, dunque, a fotografare il poster delle eccellenze regionali all’angolo di via Drapperie, a Bologna, divenuto un’attrazione turistica della città, ma vuole saperne di più sulla filiera del prodotto tipico italiano di alta qualità.

Il caso di scuola è quello dei caseifici del parmigiano Dop, nella cui produzione “di origine protetta” si sono immerse, nel 2024, oltre 22 mila persone su un totale di 180 mila visitatori (+5,9% sul 2023) del comprensorio del parmigiano.

È il viaggiatore Dop, un fenomeno sempre più diffuso in Italia, nuova frontiera del turismo enogastronomico che mette al centro le indicazioni geografiche come leva per fare esperienze autentiche, educative e sostenibili, alla riscoperta dei territori più interni del paese.

La regia è dei Consorzi di tutela che si dimostrano più attivi al Nord che al Sud in questa particolare forma di promozione turistica. Il viaggio-vacanza a denominazione protetta è amato sia dagli italiani (il 70% si è spostato negli ultimi tre anni per motivi enogastronomici), sia dagli stranieri (+176% in dieci anni, dati Itb di Berlino e Osservatorio Turismo Dop), in testa ai quali tedeschi (27%) e americani (9,2%).

Il Turismo Dop non è solo fatto di eventi o iniziative “a tema”, come il contest culinario del 27 settembre per celebrare il fungo Igp di Borgotaro (Parma), o la settimana “Acetaie aperte”, in calendario dal 26 settembre al 7 ottobre, alla sua 24° edizione, che vedrà 4o acetaie modenesi aperte al pubblico tra degustazioni, visite alle aziende ed eventi culturali, compresa un’opera lirica. È anche e soprattutto un sistema integrato di accoglienza costruito attorno alle filiere Dop e Igp, in linea con il nuovo Regolamento Ue 2024/1143 che assegna ai Consorzi di tutela anche la competenza “dello sviluppo di servizi turistici nella pertinente zona geografica”.

[…]

A questa fetta “identitaria” dell’offerta turistica, che unisce il bello e il buono di casa nostra e funge da volano per la “Dop economy” – così La chiama la Treccani -, è dedicato il Rapporto sul Turismo Dop realizzato dalla Fondazione Qualivita in collaborazione con Origin Italia e con il supporto del ministero dell’Agricoltura. Il Rapporto fa emergere una rete che può contare su 103 strade e itinerari, 17 siti Unesco, 29 paesaggi rurali storici, 82 parchi e aree protette. Nel 2024 sono stati registrati dai ricercatori 235 eventi che rappresentano l’ambito più dinamico del turismo Dop, con iniziative consolidate come “Caseifici aperti” o degustazioni guidate in cantina, insieme a nuove proposte culturali e sportive legate ai prodotti protetti e ai territori, nonché sagre e feste ad hoc.

VAI AL SITO www.turismodop.it

[…]

Fonte: Consumatori