Condizioni climatiche ideali, uve in salute e ottime previsioni qualitative e quantitative: per la Maremma Toscana DOP, la vendemmia 2025 parte all’insegna dell’ottimismo.
Anche in Maremma Toscana è tutto pronto per l’inizio della vendemmia, che si preannuncia come una delle più promettenti degli ultimi anni. Le uve stanno maturando in modo regolare e ottimale, grazie a condizioni climatiche ideali e all’assenza di episodi di stress termico o idrico.
Il tempo asciutto e lo scarto termico costante degli ultimi giorni stanno contribuendo a creare un quadro perfetto per una vendemmia di grande qualità. Al momento non si registrano allarmi meteorologici: il caldo potrebbe fare ritorno a metà agosto, ma senza picchi preoccupanti.
Particolarmente positiva l’evoluzione della sintesi aromatica, che lascia prevedere una produzione di Vermentini di altissima qualità, se le condizioni climatiche rimarranno favorevoli.
Lo stato sanitario delle uve resta ottimale su tutto il territorio.
I tempi della vendemmia risultano perfettamente in linea con quelli del 2024: la raccolta prenderà il via nella settimana che precede Ferragosto, a partire dalle varietà più precoci come Chardonnay, Viognier e successivamente Merlot e, ovviamente, a quelle destinate alle basi spumante e ai rosati.
Sul fronte quantitativo si prevede una produzione abbondante, con l’eccezione di alcune varietà più sensibili alla peronospora, che durante il piovoso mese di maggio hanno subito attacchi anche consistenti.
Secondo gli ultimi dati AVITO, la denominazione conferma un trend positivo con un +4% di imbottigliato nei primi sette mesi del 2025. Un risultato di nuovo in controtendenza rispetto al dato regionale, che da inizio anno segna un leggero calo del 3%. Un segnale incoraggiante per il territorio, che continua a crescere sia in termini di riconoscibilità che di fiducia seppur in un momento complicatissimo per il mercato. In merito alla delicata situazione legata ai dazi USA, il presidente del Consorzio, Francesco Mazzei, ne ribadisce la gravità: “Se davvero i dazi dovessero restare al 15%, sarebbe un grave problema per il nostro comparto e rappresenterebbe un fallimento totale dei negoziati politici. L’Italia ne uscirebbe molto male. Fortunatamente, per i vini a denominazione come DOC e IGP, il negoziato è ancora aperto e ci auguriamo che porti a risultati migliori. È fondamentale che questa situazione di incertezza si risolva al più presto: il mercato ha bisogno di stabilità per poter programmare e crescere.”