Aglio di Voghiera DOP, annata da 140 ettari, resa e prezzi buoni «C`è molta domanda. Ampliarci? Nell`areale»
Una produzione che sembra difendersi bene dalle avversità climatiche, specialità culinarie che lo richiedono sempre più, colossi esteri che attraversano momenti complicati. Non sembra mancare nulla per il boom dell’Aglio di Voghiera, uno dei soli due Dop del Ferrarese, che potrebbe candidarsi anche come alternativa a coltivazioni intensive da tempo in difficoltà, a partire dai frutteti, viste le riserve all’ampliamento dell’areale produttivo, che comprende solo quattro comuni e nemmeno per il loro intero territorio.
La stagione è entrata nel vivo da qualche settimana e un primo bilancio dalle parti di Voghiera lo sta nno tratteggiando, almeno dal punto di vista produttivo. «Siamo a circa 140 ettari di coltivato, con una resa che quest’anno si attesterà sui 100 quintali ad ettaro – spiega Monia Dalla Libera, Presidente del Consorzio Aglio Dop di Voghiera – Considerato che il vendibile è normalmente limitato a 80 quintali per ettaro, perché bisogna tra l’altro tenere i semi per la prossima stagione, siamo sostanzialmente in linea con gli anni passati».
La coltura ha risposto meglio di altre alle sfide climatiche dell’annata, dalle piogge concentrate in periodi limitati alla necessità di far fronte a malattie e parassiti con sempre minore apporto di prodotti chimici, e questo è un viatico importante per il futuro, visto che le tendenze vanno tutte in questa direzione.
La domanda non manca, tanto che c’è chi ha già cominciato a commercializzare la produzione già in queste prime fasi, «c’è una richiesta superiore all’offerta» conferma Dalla Libera, con riferimento all’impiego nei prodotti lavorati come insaccati e paste.
Il prezzo preventivabile per la grande distribuzione sta all’interno della forbice 9-12 euro al chilogrammo, ma si tratta solo di un riferimento indicativo. «Le marginalità si preannunciano comunque buone» sottolinea la presidente del Consorzio.
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Fonte: La Nuova Ferrara