Desalinizzare e depurare per irrigare a Grammichele la terza tappa del progetto I.D.R.O, il progetto del Distretto Agrumi di Sicilia che sfida la siccità
La ricetta per combattere efficacemente la siccità è composta da tanti ingredienti ognuno importante per far si che quanto verificatosi durante il 2024, con l’eccezionale assenza di precipitazione che ha messo a rischio l’intero comparto agrumicolo, rimanga solo un brutto ricordo.
In questa partita contro il cambiamento climatico, e con una rete idrica da migliorare, un ruolo importante lo possono giocare la fitodepurazione e la desalizzazione.
Questo il macro-risultato venuto fuori dalle tre visite tecniche nelle campagne siciliane di I.D.R.O (Irrigazione, depurazione, riutilizzo, opportunità, progetto realizzato dal Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia in collaborazione con il Dipartimento Ingegneria Civile e Architettura Dicar – Unict e il Di3A – Unict dell’Università degli Studi di Catania, con il supporto di Coca-Cola Italia.
L’appuntamento a Grammichele, nell’azienda agrituristica Valle dei Margi, oltre alla prova tecnica di desalinizzazione a osmosi inversa messa in atto dai tecnici dell’azienda siciliana Water Treatment group e con la puntuale spiegazione del processo curata da professore Antonino Cancelliere, del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (Dicar) e la visita all’impianto di fitodepurazione di Valle dei Margi, condotta da Giuseppe Cirelli, ordinario di Idraulica agraria del dipartimento di Agricoltura dell’Università di Catania. è stata anche l’occasione per tracciare un primo bilancio del progetto I.D.R.O.
“Ricerca e imprese insieme possono far tantissimo contro la siccità”, afferma la presidente del Distretto produttivo Agrumi di Sicilia, Federica Argentati. “Durante questa fase del progetto abbiamo spiegato agli imprenditori, con dovizia di particolari e approfondimenti mirati, tutte le sfaccettature dell’impiego di queste tecniche. Abbiamo ragionato sui costi, sull’impatto ambientale, sul costo dell’energia e sull’opportunità di fare rete per diminuire i costi”, ha aggiunto Argentati.
“Questi risultati, continua Argentati, sono frutto di uno strumento, il Distretto, che ha puntato da sempre alla aggregazione e alla condivisione aldilà dei piccoli interessi di quanti non comprendono che l’agrumicoltura siciliana vince quando è unita e forte, non quando si ostina a coltivare orticelli”.