Una “potenza di fuoco” di quasi 90 milioni di bottiglie (da una produzione di 82omila ettolitri pari a oltre il 30% della produzione regionale), 820 mila ettari divigneti, 400 soci, un giro d`affari di circa 5oo milioni di euro realizzato per i169% all`estero e un termine in etichetta: Toscana, conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo.
È il biglietto da visita del Consorzio Vino Toscana, nato ormai 5 anni fa dalle ceneri dell`ente di tutela vini di Toscana e che, dall`agosto 2023, ha ottenuto il riconoscimento Masaf (occorre dimostrare di rappresentare almeno il 35% dei produttori e il 51% della produzione) che gli ha finalmente consentito di entrare nella fase operativa.
“Dal 2019 a oggi ne abbiamo fatta di strada – commenta il direttore del Consorzio Vino Toscana, Stefano Campatelli –. Nonostante quasi due anni di stop a causa del C ovid siamo andati avanti associando nuovi produttori. Dai 7o soci iniziali siamo passati a 40o comprese tutte le 15 cooperative attive in Toscana il che fa salire a circa 1.6o o i produttori di uva di fatto rappresentati. La sostanza è che un numero significativo di cantine, compresi alcuni grandi brand, ha capito che per farsi conoscere in mercati lontani è imprescindibile lavorare di squadra”.
Sotto le insegne del Toscana IGP, infatti, si può imbottigliare un vasto ventaglio di prodotti. Si va infatti dai grandi rossi compresi i celebri Supertuscan ai rosati e ai bianchi come l`emergente Vermentino (ora prodotto anche nelle aree interne e non solo sulla costa toscana) fino agli spumanti.
“Tra le recenti modifiche appena apportate al disciplinare di produzioneprosegue Campatelli – c`è proprio il via libera alla produzione di spumante sia metodo classico che charmat. Il requisito da soddisfare però è che l`intera produzione, compresele operazioni di spumantizz azione, avvenga sul territorio della regione. Ci sembra il minimo per prodotti che poi riportino in etichetta li nome Toscana”.
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Fonte: Il Sole 24 Ore