Durante la presentazione del 1° Rapporto Turismo DOP, realizzato dalla Fondazione Qualivita in collaborazione con Origin Italia e con il supporto del MASAF, è stata presentata la case history di Acetaie Aperte, progetto dei Consorzi di tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP e Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP.

Presentata da Federico Desimoni, Direttore del Consorzio di tutela Aceto Balsamico di Modena, la case history è un esempio virtuoso di Turismo DOP e mostra come un evento simbolico possa trasformarsi in un vero e proprio strumento di valorizzazione del territorio, capace di unire cultura produttiva, identità locale e turismo esperienziale.

Acetaie Aperte è un evento annuale giunto ormai alla 23ª edizione, diventato un appuntamento iconico per chi vuole scoprire l’universo dell’Aceto Balsamico di Modena. Si svolge lungo la cosiddetta “strada del balsamico”, un percorso ideale che collega l’Appennino alla pianura modenese, e che ogni anno accoglie oltre 100.000 visitatori.

L’evento nasce dalla stretta collaborazione tra i due consorzi di tutela: quello dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e quello dell’Aceto Balsamico di Modena IGP. Due prodotti distinti, due identità specifiche, ma un progetto comune, capace di esprimere un forte legame con la cultura e le persone del territorio.

Il valore per il territorio, qual’è?

Acetaie Aperte non è solo una celebrazione, ma parte integrante di una più ampia strategia di sistema che punta sulla valorizzazione del prodotto attraverso l’accoglienza. L’obiettivo non è commerciale: non si tratta di ospitare per vendere, ma di far vivere un’esperienza trasformativa.

Questa esperienza si fonda su due pilastri fondamentali:

  1. Un obiettivo strategico condiviso tra i consorzi e le aziende partecipanti.
  2. Un design dell’esperienza capace di coinvolgere visitatori su tre livelli: mente, corpo e cuore.

Il 1° Rapporto Turismo DOP

Basato su indagini dirette e sull’esame di fonti istituzionali, il 1° Rapporto sul Turismo DOP offre un’analisi aggiornata e organica del turismo legato alle Indicazioni Geografiche in Italia. Con 585 attività – promosse da 361 Consorzi di tutela e che coinvolgono 597 prodotti DOP IGP –, 87 normative di riferimento, oltre a una selezione dei principali studi scientifici e dati di settore, il report delinea un quadro completo del fenomeno a livello nazionale e locale.

I 235 Eventi registrati nel 2024 si confermano l’ambito più dinamico del Turismo DOP, con iniziative consolidate come Caseifici Aperti o degustazioni guidate in cantina, insieme a nuove proposte come festival culturali ed eventi sportivi legati ai prodotti DOP IGP e ai territori. Si aggiungono 188 Infrastrutture permanenti, fondamentali per offrire esperienze immersive e durature legate ai prodotti IG: Strade del vino e dei sapori — riconosciute dalle Regioni — musei del cibo, spazi didattici e patrimoni culturali fruibili, che testimoniano il profondo legame storico e culturale tra le IG e i luoghi di origine. Il report mappa anche 130 elementi di Valorizzazione, riconoscimenti ufficiali delle zone di origine dei prodotti DOP e IGP: patrimoni Unesco (come le Colline del Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano o l’Arte dei muretti a secco), Paesaggi rurali storici riconosciuti dal Masaf, parchi regionali e nazionali gestiti dal Ministero dell’Ambiente che rappresentano l’interconnessione tra eccellenza produttiva e valore ambientale. Completano il quadro delle attività le 32 azioni specifiche di In-formazione — tra convegni, pubblicazioni, attività formative e di comunicazione — che hanno l’obiettivo di migliorare l’offerta turistica legata alle DOP IGP e promuovere efficacemente le iniziative.

Fonte: Fondazione Qualivita

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