Un prodotto biologico di alta qualità al dettaglio può arrivare anche a 35€. Consorzio di tutela dell’Olio Toscano IGP: «Calo del 30%, ma in frantoio ottime notizie». Svolta anti contraffazione: da domani fascetta di stato per certificare l’autenticità.
Sulle colline fiorentine è tempo di raccolta delle olive, ma la nuova campagna parte con il freno tirato. La produzione, secondo le prime stime di Confagricoltura olivicoltori, sarà più contratta: circa il 30 per cento in meno di frutti rispetto allo scorso anno.
Un calo che pesa, ma non sorprende chi vive di oliveti: la stagione è stata anomala, con un’estate mite che ha favorito la mosca olearia, tornata a pungere dove da tempo non lo faceva. «Da luglio non ha fatto caldo e la mosca è riuscita a sopravvivere», spiega Tommaso Miari Fulcis, presidente della sezione olivicoltori di Confagricoltura Firenze. «Chi ha fatto trattamenti a fine giugno ha attutito il colpo, ma le temperature basse non hanno aiutato».
A fronte di una raccolta scarsa, però, arriva una buona notizia: le rese in frantoio, cioè la quantità di olio estratta dalle olive, «dai primi test sono sopra la media storica, intorno all’8 per cento». La qualità, aggiunge, si preannuncia «buona», e le colline fiorentine «hanno retto meglio di altre zone toscane, come la Maremma, più colpite dal parassita».
Sul fronte economico, i conti restano in salita. Il costo della manodopera e la difficoltà nel reperire personale spingono le aziende ad affidarsi a squadre esterne.
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Dal fronte del Consorzio di tutela dell’olio toscano IGP, il presidente Fabrizio Filippi conferma la tendenza: «Meno olive, ma rese promettenti. I prezzi all’ingrosso restano stabili: tra 10,50 e 11 euro al chilo per il convenzionale, 11,50 per il biologico». Piccoli aumenti quindi, ma non vertiginosi come in passato per l’olio toscano.
Il consorzio stima una produzione fra 22 e 25 mila quintali di olio IGP, molto al di sotto dei 35 mila dello scorso anno.
La novità più significativa riguarda però la tracciabilità: da domani ogni bottiglia avrà una fascetta anti-contraffazione della Zecca di Stato, che certifica origine e autenticità del prodotto. «La competitività del settore dipenderà dalla capacità di ottimizzare costi e migliorare le tecniche di gestione», sottolinea Filippi. Uno sforzo che va di pari passo con le strategie di Coldiretti Toscana, dove la presidente Letizia Cesani parla di un settore «in transizione», chiamato ad affrontare insieme le sfide climatiche e quelle di mercato.
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Fonte: La Nazione – Firenze


