Trump annuncia dazi al 30% sulle importazioni UE: a rischio export agroalimentare e vino italiano, Sud Italia e DOP/IGP tra i più colpiti

Nonostante settimane di intense trattative dietro le quinte, durante le quali l’Unione Europea ha cercato di ottenere uno sconto sulle tariffe minacciate da Washington, è arrivata una nuova battuta d’arresto. In una lettera inviata lo scorso sabato alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, Trump ha annunciato un ulteriore aumento dei dazi al 30%, previsto dal 1° agosto, sulle importazioni dall’UE. Secondo quanto dichiarato dallo stesso presidente, in caso di ritorsione l’amministrazione americana è pronta ad aumentare le tariffe di un’ulteriore 30%. Tuttavia, per il momento, Trump lascia aperto uno spiraglio per la trattativa, ipotizzando modifiche alla linea attuale qualora si arrivi ad un accordo.

La risposta dell’Unione Europea

La presidente Ursula von der Leyen ha reagito immediatamente alle dichiarazioni del presidente americano , dichiarandosi “pronta a continuare a lavorare per un accordo entro il primo agosto”. Ha poi avvertito che l’Unione adotterà “tutte le misure necessarie per tutelare i propri interessi, inclusa l’adozione di contromisure proporzionate, se necessario”.

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Le regioni più colpite

Esattamente come alcuni paesi soffriranno più di altre, anche alcune regioni sarann colpite maggiormente rispetto ad altre. A subire maggiormente il contraccolpo saranno Liguria, Campania, Molise e Basilicata, che tra le Regioni italiane sono quelle che più di tutte dipendono dall’export americano. Tuttvia anche le due grandi isole dovranno fare i conti con i pesanti effetti delle tariffe, a causa della scarsa diversificazione delle esportazioni.

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Il sud e il timore nel settore agroalimentare

Nel Mezzogiorno, l’allarme si concentra sul settore agroalimentare, simbolo della tradizione e della qualità italiana. Prodotti come mozzarella, pasta, olio d’oliva e specialità gastronomiche locali rischiano forti ripercussioni sul mercato americano. Secondo Origin Italia, gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato extra-UE per i prodotti DOP e IGP, assorbendo circa il 25% dell’export certificato. Nel 2024, le vendite di questi prodotti verso gli USA hanno sfiorato i 3 miliardi di euro, su un totale di 12 miliardi esportati nel resto del mondo.

Coldiretti lancia l’allarme: tra dazi al 30% e l’attuale cambio euro/dollaro sfavorevole, i rincari per i prodotti italiani negli USA potrebbero superare il 40%, rendendoli meno competitivi e mettendo sotto pressione l’intera filiera, dagli allevatori ai trasformatori. In particolare, il timore è che molti produttori si trovino costretti a ridurre i prezzi per restare sul mercato, con pesanti ricadute economiche.

Vino sotto assedio: da Nord a Sud, etichette a rischio

Il settore vitivinicolo non fa eccezione. L’analisi della CNA evidenzia come l’eventuale introduzione dei dazi metta a rischio alcune delle etichette più prestigiose del vino italiano: Chianti, Amarone, Barbera, Prosecco, Friulano e Ribolla sono solo alcuni dei nomi che potrebbero diventare meno accessibili per il consumatore americano, con un impatto trasversale lungo tutta la Penisola.

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Fonte: 2duerighe.it