Il presidente Imt Michele Bernetti spiega come le misure di contenimento siano necessarie in vista di una vendemmia che si preannuncia abbondante: necessario lo stoccaggio per il Verdicchio dei Castelli di Jesi DOP

Per il vino è tempo di correre ai ripari. La Doc Verdicchio dei Castelli di Jesi proroga la misura dello stoccaggio  – già adottata l scorso anno – sino al 30 giugno 2026, a salvaguardia del mercato e della denominazione. Una decisione in linea con quanto stanno facendo anche altre denominazioni dal Pinot Grigio delle Venezie all’Igt Emilia-Romagna.

Si teme calo delle quotazioni

«Oggi più che mai le misure di contenimento dell’offerta diventano strategiche – è il commento del presidente di Imt, Michele Bernetti – in un contesto già difficile su scala globale, i paventati dazi al 30% dell’Amministrazione Trump rischiano di generare danni importanti non solo sul mercato americano ma anche in quello continentale. La maggior disponibilità di prodotto potrebbe infatti generare un calo delle quotazioni in Italia e in Europa. Anche per questo la proposta Imt è stata accolta dai soci all’unanimità, ora servirà ragionare sul regime delle autorizzazioni di nuovi impianti». Sul tavolo nazionale c’è anche la proposta di Unione italiana vini di bloccare per un anno i nuovi vigneti, dal momento che nonostante il trend dei consumi in calo, l’Italia resta l’unica nazione a crescere per superficie vitata.

Si aspetta una vendemmia con volumi medio-alti

Per il vino atto a divenire Verdicchio Castelli di Jesi Doc (resa massima pari a 140 quintali per ettaro), lo stoccaggio si attiverà a partire dai 110 quintali, con un bloccaggio fino a 30 quintali per ettaro. La misura, valida fino al 30 giugno del prossimo anno salvo proroghe o mutate condizioni di mercato, si lega a una vendemmia che si preannuncia con volumi medio-alti.

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Fonte: Gambero Rosso.it