Dazi, il piano di Fitto “Useremo i fondi Pnrr anche in agricoltura”. Lollobrigida: “Spero in un accordo buono o correremo ai ripari”
Dall’intesa con dazi al 10% sul modello del Regno Unito alla minaccia di tariffe al 17% sulle esportazioni agricole. A pochi giorni dalla scadenza del 9 luglio fissata dal presidente americano Donald Trump per arrivare a un accordo, il rischio escalation rende consapevole l’Europa che il “no deal” sugli scambi commerciali con l’America è uno scenario possibile. Perciò, il vicepresidente della Commissione Ue Raffaele Fitto ha deciso di tirare fuori dal cassetto una proposta che sembrava ormai superata dagli «sviluppi positivi» che la stessa premier Giorgia Meloni aveva colto nell’ultima telefonata con l’inquilino della Casa Bianca. «Se non dovesse esserci l’accordo sui dazi, probabilmente dovremmo essere in grado di costruire alcuni strumenti per sostenere i settori che potrebbero risentirne maggiormente», propone Fitto. Il commissario pensa a incentivi nell’ambito della revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dei fondi di coesione.
L’Italia, infatti, è attesa a un riesame del Pnrr che potrebbe coinvolgere 15-20 miliardi, e allo stesso tempo alcuni target potrebbero essere trasferiti sulla coesione per avere più tempo per portarli a termine. Al momento è difficile fare previsioni su come possa andare a finire la trattativa con Trump, quindi la situazione è abbastanza nebulosa, non ci sono ancora idee precise su quali potrebbero essere le agevolazioni o gli investimenti da offrire alle aziende alle prese con le perdite.
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Francesco Lollobrigida, ministro delle Politiche agricole non crede più a un’intesa che assicuri zero dazi, tuttavia spera che «si definisca un accordo buono per entrambi». Altrimenti, se le tariffe che stabilirà Trump metteranno in difficoltà il tessuto produttivo italiano, bisognerà aiutare le imprese.
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Fonte: La Stampa