La scommessa del Consorzio formaggio Parmigiano Reggiano DOP è ridurre la dipendenza dal mais per nutrire le mucche da latte. Un progetto in collaborazione con l’Università di Bologna e Progeo.
La scommessa è ambiziosa: ridurre la dipendenza dal mais per la nutrizione delle mucche da latte negli allevamenti della filiera del Parmigiano Reggiano DOP. Una partita che stanno giocando l’Università di Bologna, Progeo, e il Consorzio del formaggio Dop.
Tutto con una ricerca finanziata dalla Ue (2 milioni) nell’ambito delle politiche per la sostenibilità. Oggi il mais è il principale ingrediente dei mangimi utilizzati, sulla base del disciplinare di produzione. Ma richiede molta acqua e da anni subisce contaminazioni fungine dovute principalmente ai cambiamenti climatici.
Da qui l’idea di sostituirlo, almeno in parte, con il sorgo. «Cercheremo di inserirlo nel mangime destinato alla filiera del Parmigiano Reggiano, verificando con i dipartimenti di Agraria e Veterinaria dell’ateneo bolognese non solo la resa produttiva ma anche il mantenimento della qualità del latte», dice il direttore generale di Progeo, Roberto Sassoni. Proprio Progeo – gruppo cooperativo che opera nel campo dei mangimi e delle farine alimentari per l’industria e che serve alcune tra le principali eccellenze del food, tra Prosciutto di Parma e Prosciutto di San Daniele, Parmigiano e Grana Padano – è capofila del progetto di ricerca, i cui primi risultati sono attesi l’anno prossimo.
«Se riusciamo a diminuire la dipendenza dal mais, che oggi siamo costretti a importare anche da altri Paesi con temperature più fresche, il Consorzio del Parmigiano Reggiano dovrà necessariamente intervenire anche sul disciplinare», spiega Sassoni.
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Fonte: Il Sole 24 Ore


