Brusca discesa delle quotazioni dell’olio extravergine d’oliva dopo l’impennata dei prezzi dello scorso anno: in una sola settimana il prezzo all’ingrosso sulla piazza di Bari è passato da 4,5 a 3,5 euro al chilo, con una perdita superiore al -20%. Questo calo non ha sorpreso tutti gli operatori: in Puglia e Calabria, già dalla metà di settembre, commercianti e imbottigliatori avevano sparso la voce che il giusto valore per l’olio italiano della nuova campagna olearia sarebbe dovuto oscillare tra i 3 e i 3,5 euro al chilo, un calo di prezzi necessario per ricollocare l’olio nazionale sugli scaffali dei supermercati con offerte speciali, che lo scorso anno, a causa di una pessima campagna con una produzione di 205 mila tonnellate, l’extravergine era stato poco presente nella GDO.
Per qualche giorno l’olio evo italiano è stato il più economico in Europa, meno caro dell’olio greco e anche di quello spagnolo. Una settimana dopo il brusco calo delle quotazioni dell’olio extravergine d’oliva nazionale, ecco la firma del tanto atteso patto di filiera tra le più rappresentative associazioni di olivicoltori, frantoiani, imbottigliatori e industriali (vedi news), che prevede un premio di prezzo di 40 centesimi al chilo per prodotti di alta qualità, con acidità inferiore a 0,4 e parametri chimici inferiori a quelli di legge. Il patto di filiera, però, non ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli operatori del settore, preoccupati che la quotazione sulla piazza di Bari possa abbassarsi tanto da annullare, di fatto, i benefici del premio di prezzo. Il costo di produzione dell’olio extravergine d’oliva, in Puglia e Calabria, è infatti di circa 3,8 giuro al chilo: è sufficiente quindi che la quotazione del mercato all’ingrosso scenda sotto i 3,40 euro al chilo perché le aziende olivicole tornino in deficit, nonostante il patto di filiera.
Fonte: Italia Oggi