Dazi USA, ecco come andò a finire nel 2020 con le tariffe su liquori e formaggi.
Per l’agroalimentare italiano, un’eventuale imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti sarebbe un film già visto. Era l’ottobre del 2019 e, come ritorsione alla disputa tra Boeing e Airbus, la prima presidenza Trump impose balzelli del 25% a una lista di prodotti europei destinati al mercato americano.
Per l’Italia, allora, furono colpiti i formaggi, i liquori, i succhi di frutta, gli agrumi e alcuni salumi. I dazi durarono circa un anno e mezzo, perché furono poi congelati dalla successiva presidenza Biden nell’aprile del 2021.
Ma quanto costarono allora, i dazi americani, al nostro export?
Secondo un’analisi condotta dalla Coldiretti sui dati dell’Istat, le ritorsioni di Trump portarono a una diminuzione del valore delle esportazioni italiane in media del 20%: si va dal -15% della frutta al -28% delle carni, passando per il -19% dei formaggi e delle confetture e il -20% dei liquori.
Il confronto è basato sulle esportazioni italiane verso gli Usa messe a a segno nel 2020 rispetto a quelle del 2019. Le industrie della trasformazione confermano questi dati.
Paolo Zanetti, presidente di Assolatte, ha recentemente ricordato che nel 2020 l’export di formaggi italiani negli Usa diminuì del 20% sia a valore che a volume. Allora furono colpiti soprattutto il Grana Padano DOP, il Parmigiano Reggiano DOP e il Gorgonzola DOP.
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Fonte: Il Sole 24 Ore