Il primo Rapporto del Turismo DOP svela com’è ripartita la torta degli incassi in Italia. A proposito: sarà merito della Venere influencer?
L’Indicazione Geografica come dispositivo di valore: certamente simbolico, senz’altro reputazionale, di sicuro costruito nel tempo su storia e cultura e narrazione; ma anche – e non c’è nulla di male nell’ammetterlo – economico. Parliamo del cosiddetto Turismo DOP, ossia quella sfera del flusso turistico (enogastronomico, ma non solo) legato al modello delle Indicazioni Geografiche.
Il primo Rapporto Turismo DOP è stato realizzato da Fondazione Qualivita (sì: la stessa che qualche giorno fa ha premiato McDonald’s) in collaborazione con Origin Italia con il supporto del Masaf, ed è stato presentato nelle ultime ore in quel di Roma. Prima puntata, dicevamo: scrutiamo la vetta e scopriamo com’è ripartita la torta degli incassi.
La classifica delle regioni
“Classifica” è una parola scomoda, ed è risaputo. Il puntualissimo comunicato stampa che la accompagna, non a caso, si premura di sottolineare come non si tratti di “una semplice graduatoria”, ma piuttosto di uno strumento utile a “ndividuare modelli replicabili e rafforzare le politiche pubbliche”. L’idea alla base, d’altro canto, è quella che vede il rapporto tra agricoltura, turismo e DOP economy come modello virtuoso in grado di generare valore economico.
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Fonte: Dissapore.com