Dazi introdotti dagli Stati Uniti, terzo partner commerciale del nostro Paese dopo la Germania (12%) e Francia (10%). Nel 2024, le esportazioni italiane verso gli USA hanno raggiunto circa 73 miliardi di euro, un valore cresciuto progressivamente dal 2013.
L’annuncio del presidente statunitense Donald Trump di imporre nuovi dazi del 20% nei confronti dell’Unione Europea secondo le stime di Bruxelles e sulla base degli attuali flussi commerciali colpiranno il 7o% delle esportazioni europee. Che cosa accadrà al made in Italy? A soffrire maggiormente saranno i settori più vocati all`export: dal vino all`olio di oliva per il quale gli USA sono il primo Paese di esportazione, all`industria delle conserve di pomodoro, ai formaggi italiani che vendono negli USA il doppio di quelli francesi e generano 486 milioni di fatturato. E prodotti DOP che non sono delocalizzabili come il Prosciutto di Parma DOP, che può essere prodotto solo all`interno della zona tipica.
- Formaggi italiani già penalizzati nel 2019, ora il dazio anche sul pecorino, finora rimasto esentato, che sarà penalizzato con un dazio del 20%, mentre subiranno rialzi mozzarella, burrata, ricotta e mascarpone, che passano dal 1o al 30%, il provolone (dal 15 al 35%) e il gorgonzola (dal 20 al 40%).
- Vino e alcolici, 450 mila lavoratori e l’impatto sulle scorte. Federvini: “Il fatturato del commercio tra USA e UE ha registrato, tra il 1997 e il 2018, un aumento del +450%, raggiungendo un valore di 200 miliardi di dollari. Tuttavia, tra il 2018 e il 2021, con l’introduzione dei dazi sugli spirits verso l’UE, le esportazioni di liquori italiani hanno subito un calo del -41%”
- Prosciutti DOP: nel 2024, al mercato USA sono stati destinati 8oo mila Prosciutti di Parma DOP, ovvero un terzo della quota export totale, generando un fatturato di 1oo milioni di euro. Cifre davvero considerevoli, se si pensa che 15 anni fa il numero di prosciutti esportati negli Stati Uniti era circa la metà.
- Olio di oliva, a tavola le abitudini degli statunitensi potrebbero cambiare.
- Pomodori pelati e passate, il 15% di export negli USA e la tassa cresce al 32%
Fonte: Corriere della Sera