Nei consumi vino prezzi alti e tendenza a bere meno spingono la diffusione delle bottiglie più piccole e del vino al calice, un riposizionamento dell’offerta che avviene all’insegna della qualità
Inflazione e spinte salutistiche stanno modificando i consumi vino, rafforzando le vendite al calice nei ristoranti e delle bottiglie di formato più piccolo nella grande distribuzione. Un trend che le statistiche fanno ancora fatica a rilevare in maniera apprezzabile ma che invece è evidente sia nei ristoranti che nei supermercati in primo luogo in Francia, paese che spesso nel vino fa da apripista su trend destinati poi ad affermarsi rapidamente anche altrove.
Altro aspetto chiave che sta emergendo è come questo riposizionamento dell`offerta verso diversi formati e modalità di vendita stia avvenendo all`insegna della qualità. Tanto la proposta di vini al calice al ristorante quanto quella di bottiglie da 0,375 litri stanno infatti privilegiando vini di fascia medio alta, compresi gli Champagne.
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In Italia il trend sembra sia intercettato dalla principale denominazione per volumi, il Prosecco DOP (oltre 600 milioni di bottiglie prodotte ogni anno e vendute per oltre 1`80% all`estero) e vero avamposto mondiale del vino made in Italy.
«Il mercato francese ci sta dando grandi soddisfazioni – spiega il vicepresidente del Consorzio del Prosecco Doc, Sandro Botter – e anche nel primo semestre di quest`anno i dati sono in crescita. Per noi la tendenza alle bottiglie di formato ridotto è già in atto da qualche tempo in Francia come altrove. La stiamo notando in particolare per le confezioni ancora più piccole delle mezze bottiglie: quelle da 0,20 litri. A fronte di un calo delle vendite del formato da 0,75 litri che nell’ultimo anno ha perso il 3% le confezioni mini hanno registrato nel 2023 un progresso del 3 % mettendo a segno una crescita che dal 2020 a oggi è stata del 67% e ormai rappresentano una quota del 4% sulla produzione totale».
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Fonte: Il Sole 24 Ore