Il Consorzio Valcalepio apre il dialogo sul Futuro del Vino: sostenibilità, identità e nuovi linguaggi per un settore in trasformazione.
Si è svolta lo scorso 18 ottobre 2025 negli spazi di OverMedia a Urgnano (Bergamo) la tavola rotonda «Il Futuro del Vino», organizzata, nell’ambito del 21° Concorso Enologico Internazionale «Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme» dal Consorzio Tutela Valcalepio.
L’obiettivo era quello di permettere a produttori, tecnici e giornalisti del settore di confrontarsi tra esperti del panorama vitivinicolo internazionale per riflettere sul futuro del settore, tra sostenibilità, identità, emozione e nuovi linguaggi per il consumo consapevole.
L’incontro, moderato dall’enologo Sergio Cantoni, Presidente di Vignaioli Bergamaschi ha visto una partecipazione ampia e qualificata di produttori, comunicatori, tecnici e operatori del comparto. «È stato un momento davvero importante e l’interesse dimostrato dal pubblico e dai tecnici ci ha dimostrato che c’è ancora molto da dire sul tema; questo ci conferma che la strada intrapresa è quella giusta» ha dichiarato Cantoni.
A confrontarsi sul tema del Futuro del Vino erano stati invitati:
- Alberto Marchisio, enologo, Direttore Generale di Cadis 1898 e Presidente Assoenologi Italia – Sezione Veneto Occidentale
- Ángel Villafranca, Presidente di Cooperativas Agro-alimentarias de España e Vicepresidente del Gruppo di Dialogo Civile del Vino della Commissione Europea
- Dora Marchi, enologa e biologa, Direttrice Tecnica e Responsabile del Laboratorio Controllo Qualità presso Enosis Meraviglia e membro della Commissione Tecnologia Enologica dell’OIV
- Giovanni Ghione, broker internazionale di vini
- Constantin Stergides, giornalista e comunicatore specializzato, fondatore e Presidente del Circle of Greek Wine Writers
- Josef Bonello, Brand Ambassador dei Vini di Malta & Gozo
Marchisio ha aperto i lavori sottolineando come il settore vitivinicolo si trovi davanti a una “rivoluzione epocale”, che impone nuovi modelli produttivi e comunicativi.
«Il pericolo più grande non è la crisi, ma restare fermi. È tempo di osare e costruire un nuovo approccio al mercato.»
I dati 2025 confermano la resilienza selettiva dell’export mondiale, con una domanda crescente per vini autentici e di valore. Per Marchisio, il futuro passa dalla riconnessione con il consumatore, soprattutto giovane, e dal superamento dell’autoreferenzialità di settore.
Angél Villafranca ha inserito nella discussione un punto di vista istituzionale, portando all’attenzione dei relatori e del pubblico quanto è stato fatto e quanto si è in procinto di fare nell’ambito delle regolamentazioni europee.
Nel suo intervento, Dora Marchi ha affrontato la crisi dei consumi vinicoli in Italia e nel mondo, definendo il momento attuale come una “tempesta perfetta” causata da cambiamenti climatici, instabilità globale, inflazione e pseudo-proibizionismo. «In Italia siamo passati in 15 anni da 55,8 a 26,3 litri pro capite: il vino rischia di diventare un bene di lusso per pochi.»
Marchi invita a riscoprire il vino quotidiano, parte integrante della dieta mediterranea e della convivialità, senza rinunciare alla qualità e alla ricerca. «Fare un buon vino quotidiano è un progetto culturale: richiede competenza, conoscenza e visione, non residui di cantina.»
Quello del vino quotidiano è stato un concetto che è stato ripreso e ribadito più volte dai diversi interlocutori che hanno ricordato quanto il vino abbia in passato fatto parte delle abitudini e delle consuetudini familiari e alimentari dei Paesi cosiddetti “consumatori abituali” come l’Italia.
Affrontando la questione dal punto di vista del mercato, Giovanni Ghione ha voluto sottolineare come alla sistemica riduzione dei consumi non ha corrisposto una riduzione dei quantitativi produttivi di vino sul mercato, anzi. Lo sviluppo della produzione vitivinicola anche in nazioni non storicamente consumatrici di vino ha fatto sì che venisse immessa sul mercato una quantità ancora maggiore di bottiglie da parte, anche, di Paesi con consumi decisamente inferiori a quelli italiani.
«Credo che il nostro obiettivo debba essere riscoprire e restituire il piacere del vino. Il vino non è una medicina, non è un simbolo elitario, e non deve essere solo una “esperienza”.
È, prima di tutto, un piacere quotidiano, un compagno del pasto, un gesto di convivialità. Dobbiamo tornare a comunicare questo messaggio – soprattutto nei mercati tradizionali, ma anche in quelli nuovi – ricordando che il vino può e deve accompagnare diversi momenti della giornata: il pranzo, la cena, l’aperitivo, perfino una sosta al bar.
Come un tempo si beveva un bicchiere di vino con naturalezza, così dobbiamo tornare a rendere naturale questo gesto.» Ha chiosato Cantoni.
Il giornalista greco Constantin Stergides ha portato una riflessione profonda e provocatoria sul ruolo emotivo del vino in una società sempre più tecnologica e mediata dall’intelligenza artificiale. «Tra vent’anni vivremo in un mondo sempre meno emotivo, ma proprio per questo l’emozione diventerà il vantaggio comparativo più importante del vino».
Stergides ha difeso con forza la complessità e l’unicità del vino europeo, simbolo di civiltà e cultura, contro le spinte alla “semplificazione” e all’omologazione: «Il vino non deve diventare un prodotto facile o ridotto a marchio globale. La sua ricchezza sta nella diversità, nella complessità, nella sua capacità di farci viaggiare nel tempo e nello spazio.» Secondo Stergides, il rischio più grande è perdere il senso originario del vino come prodotto vivo, multidimensionale e legato al territorio, sostituendolo con un prodotto artificiale e senza identità. «Il vino non è solo emozione: è emozione più intelligenza. Difendiamolo come uno dei fondamenti della civiltà mediterranea.»
Il contributo di Josef Bonello, Brand Ambassador di Wines of Malta & Gozo, ha riportato l’attenzione sui valori umani del vino: tempo, pazienza, rischio e fiducia. «Forse il contributo più grande che il vino può dare al futuro non è tecnologico, ma filosofico. Ci insegna a rallentare, ad ascoltare, a vivere in sintonia con la natura». Bonello ha sottolineato come la viticoltura delle isole maltesi, piccola ma autentica, sia un modello di sostenibilità, identità e umanità, dimostrando che «la forza del vino sta nella sua capacità di restare umano in un mondo che tende alla velocità e alla standardizzazione.»
Il moderatore Sergio Cantoni ha chiuso la tavola rotonda con queste parole.
«Il futuro del vino dipenderà dalla nostra capacità di ricostruire una relazione quotidiana con il consumatore. Non solo con chi cerca l’esperienza o la narrazione, ma anche con chi cerca semplicemente il piacere del bere. Dobbiamo tornare a rendere il vino accessibile, piacevole, vicino. Solo così potremo davvero parlare di un futuro sostenibile, culturale e umano per il mondo del vino.»
All’interno del programma della mattinata è stato inserito anche un intervento tecnico sul tema «VetroBalsamo: vetro sempre più green», a cura di Attilio Viganò, Direttore Commerciale, e Szilvia Kiss, Marketing & Comunicazione di VetroBalsamo.
La giornata si è conclusa con l’annuncio dei vini vincitori del 21° Concorso Enologico Internazionale «Emozioni dal Mondo – Merlot e Cabernet Insieme» organizzato da Vignaioli Bergamaschi, che ogni anno celebra la diversità e la qualità della produzione vinicola mondiale, ribadendo il legame profondo tra vino, cultura e territorio.
Fonte: Consorzio Tutela Valcalepio


