Sarà un 2025 tutt’altro che facile per l’agricoltura italiana e più in generale europea quello che si prospetta all’orizzonte, complice anche il persistere di tensioni geopolitiche in Ucraina, alle porte dell’Europa ed in Medio Oriente.
Su tutte le questioni c’è sicuramente la Pac (Politica Agricola Comune) che va rivista e l’accordo della Ue con il Mercosur (mercato comune dell’America meridionale) su cui è importante ci sia reciprocità di regole, come chiedono gli imprenditori agricoli, che potrebbero essere assediati dalla concorrenza sleale. Un accordo che il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ritiene sia “una potenziale buona carta per le economie europee. Ma tutti i settori devono vederne un vantaggio” secondo quanto ha affermato di recente.
Del resto il 2024 si è chiuso per il settore primario con perdite di 9 miliardi di euro a causa delle ripercussioni dei conflitti internazionali, del cambiamento climatico e dell’impennata dei costi di produzione, secondo quanto stima la Coldiretti. Dunque, se in Ucraina si arrivasse alla tanto auspicata pace, sarebbe una boccata di ossigeno per chi vive nei campi per i costi dell’energia e delle sementi, arrivati ormai alle stelle.
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Un’altra partita da giocare nel mondo del vino è il prodotto dealcolato o con un ridotto quantitativo di alcol. Dopo che il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida ha varato l’attuazione del decreto che ne facilita in Italia la produzione, fortemente voluta da molti operatori, ovvero i prodotti il cui titolo alcolometrico non è superiore allo 0,5% e a quelli “parzialmente dealcolati” compresi tra lo 0,5% e lo 0,9%. Si tratta di un’esigenza legata soprattutto all’export in mercati come il Nord America, il Nord Europa, l’Arabia Saudita e l’Indonesia. Mentre non potranno essere dealcolati i vini a denominazione di origine protetta (DOP) e a indicazione geografica protetta (IGP).
In Europa poi c’è ancora la battaglia da vincere contro il Nutriscore, le cosiddette etichette a semaforo, adottate in vari Paesi che penalizzano molti prodotti DOP e IGP made in Italy. In questa situazione, alquanto complessa, per la redditività degli agricoltori ed i paletti posti dal Green Deal, con i trattori pronti a marciare di nuovo a Bruxelles, permangono in Italia sacche di caporalato e lavoro nero su cui il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha promesso che utilizzerà ogni mezzo per sconfiggerlo, una iniziativa su tutte, un assegno di inclusione per le vittime del caporalato che hanno il coraggio di denunciare.
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Fonte: Il Centro Tirreno.it