Qualità alimentare in cerca di nuovi sbocchi. La chiusura o comunque il forte ridimensionamento del canale horeca (hotel, ristoranti e catering) di questi mesi ha fortemente penalizzato i prodotti di qualità made in Italy che soprattutto nei ristoranti riuscivano a vedersi riconosciuto il proprio valore aggiunto. Una considerazione valida in primo luogo per il vino ma anche per altri prodotti a denominazione. Negli scaffali della grande distribuzione la leva chiave resta il prezzo, aspetto spesso poco compatibile con una valorizzazione delle produzioni di qualità. Adesso i nuovi limiti in seguito alla seconda ondata Covid e la prospettiva di nuovi lockdown, rendono indispensabile individuare delle alternative.
Di questo si è discusso nei giorni scorsi all’assemblea di OriGIn Italia, l’associazione che riunisce 7o consorzi di prodotti alimentari DOP e IGP e ampiamente rappresentativa di un segmento, quello dei prodotti a marchio UE, che vale 16,2 miliardi di fatturato alla produzione e 9 miliardi di giro d’affari all’export.
«Il tema di una tutela e di una migliore valorizzazione delle eccellenze del made in Italy agroalimentare è per me strategico – ha detto la ministra per le Politiche agricole, Teresa Bellanova -. Le denominazioni d’origine sono centrali nelle politiche di sviluppo dell’agroalimentare italiano. Stiamo studiando soluzioni per minimizzare l’impatto della chiusura dei locali. Un aiuto verrà certo dalle risorse stanziate per sostenere l’universo della ristorazione. Ma dobbiamo anche guardare avanti e oltre. E per questo è mia intenzione promuovere tavoli di confronto tra consorzi di tutela e catene della grande distribuzione organizzata per favorire il potenziamento delle azioni di comunicazione ai cittadini del valore aggiunto di prodotti DOP e IGP. Ho in mente anche una riorganizzazione degli uffici e delle competenze del Mipaaf sulle azioni di promozione e comunicazione. E un ulteriore aiuto al settore potrà venire anche da un’azione di semplificazione delle procedure per la modifica dei disciplinari di produzione».
«Viviamo in una situazione di mercato in cui, complici le restrizioni Covid, la grande distribuzione rischia di diventare il canale che veicola la quasi totalità degli acquisti dei prodotti agroalimentari – spiega il presidente di oriGIn Italia, Cesare Baldrighi -. È quindi necessario aprire al più presto un tavolo con i rappresentanti della grande distribuzione, perchè in queste condizioni la situazione rischia di far implodere il sistema della qualità made in Italy. Due sono gli obiettivi: aumentare i volumi DOP sugli scaffali e far crescere anche le aziende come è avvenuto nel mondo del vino. Perchè con le condizioni imposte dalla pandemia le imprese che avevano trovato una visibilità nella ristorazione e nella piccola distribuzione rischiano ora di scomparire».
Il presidente di OriGIn Italia non nasconde che con alcune iniziative delle catene distributive dedicate all’universo DOP e IGP negli ultimi anni dei passi in avanti siano stati effettuati.
«Riteniamo fondamentale – aggiunge Baldrighi – poter spiegare e raccontare i nostri prodotti. Ma prima ancora è importante trovare collocazioni diverse, seguendo l’esempio di alcune insegne con i vini di pregio. Insomma sarebbe fondamentale cominciare a eliminare un po’ di confusione magari con scaffali e spazi differenziati, altrimenti l’unico criterio di scelta nelle mani del consumatore resterà il prezzo».
«I prodotti tipici interpretano la migliore tradizione gastronomica regionale – sottolinea l’amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese -. Conad li ha resi accessibili ai propri clienti nella linea Sapori&Dintorni coniugando alta qualità con giusto prezzo. Si tratta di 352 prodotti di oltre 7o categorie un terzo dei quali DOP (50) e IGP (39), realizzati con materie prime locali e metodi tradizionali da piccoli e medi produttori. Il fatturato al consumo della linea Sapori&Dintorni nel 2019 è stato di 395 milioni, pari al 10% circa del fatturato della marca Conad. Nel 2010, inoltre, il nostro brand di specialità alimentari è diventato anche insegna con store dedicati nei quali è possibile acquistare ma anche degustare sul posto i prodotti ed è stato oggetto di operazioni di promozione all’estero nei punti di vendita dei partner di AgeCore, l’alleanza trai sei maggiori gruppi di retail europei. In un momento di grave crisi economica – aggiunge Pugliese – per la valorizzazione dei prodotti italiani di qualità è essenziale l’impegno di tutti gli attori della filiera agroalimentare nazionale e, in particolare, delle istituzioni. Condividiamo la necessità di un tavolo di confronto aperto alle associazioni di rappresentanza – Adm e Federdistribuzione – più che a singoli gruppi, per definire in questa difficile fase nuove strategie di sostegno ai consorzi DOP e IGP».
Fonte: Il Sole 24 Ore