La Regione ha detto sì alla nuova tipologia Chianti DOP rosé, che ora dovrà passare al vaglio del ministero dell’Agricoltura. Obiettivo: nuovi mercati.
Cambia la strategia del Consorzio del vino Chianti, il più grande della regione con circa 800mila ettolitri prodotti, che ora imbocca una nuova strada per provare a risollevarsi dalle difficoltà degli ultimi anni, segnati da prezzi e vendite in sofferenza. La nuova strategia punta sul Rosé, tipologia che si è deciso di inserire nel disciplinare di produzione accanto al rosso, e abbandona invece l’introduzione della tipologia ‘Gran Selezione’, all’origine del durissimo scontro avviato nel 2019 col consorzio del Chianti Classico, che l’ha inventata per segmentare l’offerta andando verso l’alto della piramide (con un vino prodotto da singole vigne o da una selezioni delle uve di proprietà aziendale, invecchiamento minimo 30 mesi di cui tre di affinamento in bottiglia).
Il Chianti rinuncia alla “Gran Selezione” (bocciata dalla Regione)
La nuova linea – condensata nell’istanza avanzata dal consorzio del Chianti nel luglio scorso – ha trovato nei giorni scorsi l’avallo della Regione, che fin dal 2022 si era già espressa per il ‘no’ alla ‘Gran Selezione’. Nella penultima seduta della legislatura regionale, la Giunta uscente ha approvato l’introduzione della tipologia “Chianti Rosé” – anche in riferimento alle sottozone, con la relativa base ampelografica (caratterizzata da una percentuale minima del vitigno Sangiovese pari al 50% a cui potranno andare ad aggiungersi vitigni a bacca rossa e/o bianca autorizzati alla coltivazione nella regione Toscana) – insieme alle definizione di rese, titolo alcolometrico, data di immissione al consumo. La stessa Regione ha preso atto della richiesta di sospendere l’introduzione della ‘Gran Selezione’ dal disciplinare: il consorzio del Chianti rinuncia a quella che da più parti era considerata una battaglia senza speranza.
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L’ultimo ‘sì’ al Chianti Rosé spetta al ministero
Tornando al Chianti, ora la richiesta di modifica del disciplinare di produzione, pubblicata sul Burt del 17 settembre scorso, sottoposta al giudizio della filiera vitivinicola regionale che si è espressa a favore, avallata dalla Regione (e depennata della ‘Gran Selezione’), sarà inviata al ministero dell’Agricoltura, che dovrà dire l’ultimo “sì” prima di poter mettere in commercio il vino.
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Fonte: T24 Economia.it


