Dazi USA al 107% sulla pasta italiana, le aziende colpite si preparano alle vie legali: “Decisione politica, non nasce dal dumping”. La UE valuta di accendere un contenzioso al Wto contro l’amministrazione USA.

Per un verso, la commissione Ue (fonte Financial Times) s’è impegnata a sostenere il governo italiano, valutando di accendere un contenzioso in seno al Wto avverso l’amministrazione Usa, dopo che il Dipartimento del commercio americano (Doc) ha deliberato super dazi punitivi antidumping del 91,74% per le importazioni di pasta da una ventina di aziende del made in Italy. Questa tariffa, sommata al 15% orizzontale già deliberato dalla Casa Bianca, porterebbe il dazio sulla pasta prodotta in Italia a sfiorare il 107% (anticipazione di ItaliaOggi del 4/10/2024).

Per l’altro verso, alcuni dei maggiori produttori colpiti (La Molisana e Rummo in testa) adiranno le vie legali contro la decisione Usa. Lo ha confermato a ItaliaOggi Giuseppe Ferro, amministratore delegato di La Molisana.

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Giuseppe Ferro (La Molisana): «Non costruiremo un nuovo stabilimento, ma agiremo legalmente. Il ricorso in tribunale sarà fatto direttamente dalle aziende e per noi avrà il costo di un milione di dollari. Ma è caldeggiato dalle autorità. […] Il dazio, secondo gli americani, non nasce dal dumping, ma dalla mancata collaborazione col Doc. Non hanno nemmeno visto le fatture; sono andati dritti a conclusione. Non si tratta di un difetto tecnico, ma di provvedimenti politici».

Lettura diversa, invece, arriva da Bruxelles. Olof Gill, portavoce della commissione Ue, che è titolare della politica doganale, ha spiegato ieri che: «questa è un’indagine antidumping; pertanto, esula dall’alveo della dichiarazione Usa – Ue (del 21/8/2025)».

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Fonte: Italia Oggi

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