Il cappero IGP di Pantelleria è uno dei prodotti tipici dell’isola, famoso ormai in tutto il mondo ma la loro raccolta sembra sempre più a rischio

I capperi di Pantelleria sono uno dei prodotti più pregiati della gastronomia italiana, noti in tutto il mondo per il loro aroma intenso e inconfondibile. Ingrediente fondamentale in numerose ricette questo piccolo bocciolo rappresenta un simbolo dell’isola siciliana, tanto da ottenere il riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta).

I capperi di Pantelleria sono, però, oggi al centro di un allarme: la produzione rischia di ridursi drasticamente a causa della mancanza di manodopera. La raccolta dei capperi è un lavoro faticoso e poco attrattivo per i giovani, e senza raccoglitori disponibili il rischio è quello di vedere andare perduta una tradizione secolare, oltre a un’eccellenza che da sempre caratterizza l’identità di Pantelleria.

Il cappero di Pantelleria è a rischio

La raccolta, tradizionalmente svolta tra giugno e agosto, richiede grande pazienza e attenzione: ogni bocciolo va staccato a mano, uno per uno, nelle prime ore del mattino. È un lavoro di precisione, che da sempre coinvolge intere famiglie e che ha rappresentato una fonte di reddito fondamentale per la comunità locale. Oggi, però, questa tradizione è a rischio. Le aziende agricole dell’isola faticano a trovare manodopera disponibile: il lavoro è faticoso, poco attrattivo per i giovani e non sempre garantisce un guadagno competitivo rispetto ad altre occupazioni.

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La situazione allarmante è stata raccontata anche da ‘Ansa’, che ha riportato le parole di Emanuela Bonomo, presidente della Cooperativa Capperi di Pantelleria. Secondo Bonomo, la situazione è ormai critica: “Nei prossimi anni la produzione del prodotto simbolo dell’isola potrebbe scomparire perché mancano i raccoglitori.” L’allarme non è solo una previsione, ma si basa su numeri concreti.

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Fonte: inItalia Magazine