Bruxelles è pronta a presentare la prima parte della nuova Pac, insieme alla bozza del bilancio pluriennale 2028‑2034. Emerge il rischio di un taglio dei fondi e il tentativo di rivedere i criteri di distribuzione e mettere un tetto massimo agli aiuti per le aziende più grandi

La rivoluzione della Politica agricola comune. Le ultime bozze prima della pubblicazione della proposta ufficiale della Commissione Ue rivelano che, dietro le manovre di Bruxelles, non c’è solo il rischio di un taglio dei fondi finora destinati all’agricoltura europea (e ora da dirottare al riarmo) che ha messo tutti in allarme, dalla politica al potentissimo sindacato Copa-Cogeca.

C’è anche il tentativo, mai riuscito finora, di una diversa ridistribuzione degli aiuti agricoli. Finora l’80% dei pagamenti è finito sempre nelle mani del 20% dei beneficiari, le aziende più potenti promotrici di un’agricoltura intensiva. Non è dato sapere se quanto scritto nella bozza si trasformerà in un cambiamento concreto, ma le lobby agricole sono in allarme davanti al fatto che Bruxelles si prepara a proporre un limite massimo ai sussidi che un singolo agricoltore può ricevere ogni anno.

La Pac, infatti, rimasta per anni uguale a se stessa e resa più ‘flessibile’ rispetto ai criteri ambientali dimenticati insieme al Green Deal, che avrebbe dovuto esserne il faro, è sempre stata un pezzo intoccabile del bilancio europeo, tanto da arrivare a valerne un terzo. Quindi di grandissimo interesse anche, e soprattutto, per le lobby.

In attesa della proposta di Bruxelles – In un contesto comunque difficile. Mancato adeguamento rispetto all’inflazione, proposta di un fondo unico che accorpi agricoltura, energia, ricerca e difesa (mettendo questi settori strategici in forte competizione) e concreta possibilità di consistenti tagli al settore in crisi da anni sono le carte che gli agricoltori europei si ritrovano in mano alla vigilia del 16 luglio. Il giorno in cui, come annunciato dal commissario europeo all’Agricoltura, Christophe Hansen, verrà presentata la prima parte della nuova Politica agricola comune post-2027, insieme alla bozza del bilancio pluriennale 2028‑2034. Però sul tavolo c’è una diversa distribuzione dei fondi, una serie di iniziative per il ricambio generazionale, più incentivi (anche se con meno regole) per chi si dedica a un’agricoltura sostenibile.

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Fonte: IlFattoQuotidiano.it