Ecco i settori più colpiti dai dazi di Donald Trump. L’Italia paga il prezzo più alto: circa 35 miliardi di euro di export a rischio, con una stima di 180mila posti di lavoro potenzialmente persi

Made in Italy sotto assedio: dal 1° agosto arriva il colpo di Trump. Ecco che cosa cambia

Tanto temuta quanto annunciata, la lettera di Trump con i dazi al 30% contro l’Unione europea alla fine è arrivata. Dal 1° agosto 2025, se non ci saranno sorprese dell’ultimo minuto, scatteranno tariffe che colpiranno duramente l’export europeo, e soprattutto quello italiano. Quasi la metà delle esportazioni italiane finisce negli Stati Uniti, un mercato che pesa quasi il 48% sul totale extra-Ue.

E chi ci rimette? In cima alla lista ci sono i settori più legati al Made in Italy e più dipendenti dalla domanda statunitense: agroalimentare, farmaceutica, automotive, lusso e cosmetici. Il conto è salato: circa 35 miliardi di euro di export a rischio, con una stima di 180mila posti di lavoro potenzialmente persi. Roba da far venire il mal di testa anche al più ottimista.

Il vino italiano, simbolo universale dell’eccellenza tricolore, si trova praticamente sotto embargo per l’80%.  Grana Padano DOP, bandiera dei formaggi DOP, rischia di diventare un lusso per pochi a causa del doppio dazio che fa schizzare il prezzo oltre i 50 dollari al chilo.

L’automotive non è da meno: 38,5 miliardi di euro di esportazioni europee di veicoli verso gli Usa.

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Fonte: AffariItaliani.it

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