L’iniziativa è stata annunciata dall’assessore all’Ambiente Castronovi nell’ambito dello Slow Fish di Genova

La cozza nera di Taranto è stata protagonista allo ‘Slow Fish – Genova’ 2021, la decima edizione della biennale dedicata al mare e a tutti i suoi abitanti.

A rappresentare il capoluogo ionico, su invito di Slow Food Puglia, c’era l’assessore all’Ambiente Paolo Castronovi, che ha annunciato una novità attesa da allevatori e ristoratori: “La cozza nera di Taranto diventerà Presidio Slow Food con certificazione a marchio DOP“.

Il progetto è ambizioso e la rotta è tracciata: “Non potevamo non sposare con convinzione questa iniziativa che ci permetterà non soltanto di garantire e tutelare una nostra storica eccellenza, ma anche di promuovere il territorio“, ha detto Castronovi.

La cozza nera di Taranto è stata protagonista allo ‘Slow Fish – Genova’ 2021, la decima edizione della biennale dedicata al mare e a tutti i suoi abitanti. A rappresentare il capoluogo ionico, su invito di Slow Food Puglia, c’era l’assessore all’Ambiente Paolo Castronovi, che ha annunciato una novità attesa da allevatori e ristoratori: “La cozza nera di Taranto diventerà Presidio Slow Food con certificazione a marchio DOP”.

Il progetto è ambizioso e la rotta è tracciata: “Non potevamo non sposare con convinzione questa iniziativa che ci permetterà non soltanto di garantire e tutelare una nostra storica eccellenza, ma anche di promuovere il territorio“, ha detto Castronovi.

L’assessore ha spiegato come negli ultimi anni il prodotto sia stato ingiustamente penalizzato: “La cozza tarantina, controllata e certificata, è sana e continua ad avere un sapore unico e inimitabile che la differenzia da altri prodotti di importazione di cui, è bene sottolinearlo, spesso non sono noti i reali luoghi di provenienza e produzione“.

«La risorsa mare è – ha concluso Castronovi – ancora al centro della strategia Ecosistema Taranto voluta dall’amministrazione: non solo un bene da tutelare da ogni forma di inquinamento e aggressione antropica, ma soprattutto una risorsa da sfruttare in modo sostenibile e intelligente per lasciarla in eredità alle future generazioni“.

Fonte: La Repubblica