Mentre Unilever si converte alle produzioni sostenibili, l’Europa non vuole la tracciabilità a tavola. A certificare la bontà di questa svolta c’è il Wwf che ha inserito il gruppo anglo-olandese fra quelli virtuosi a livello mondiale, come ha spiegato durante la tavola rotonda svoltasi all’Expo Eva Alessi, responsabile della sostenibilità del Wwf. Dunque, anche se molto faticosamente e non senza indecisioni e tentennamenti, il mercato va nella direzione di una maggiore sostenibilità ambientale, oltre che sociale, dei prodotti e soprattutto delle materie prime agricole.
Ma l’Europa pare non accorgersene. Anzi. Dopo aver penalizzato per decenni il latte e il vino, limitando la capacità produttiva, ora rischia di vanificare gli sforzi verso la trasparenza delle imprese alimentari. Dal 13 dicembre scorso, infatti, le etichette dei prodotti che portiamo in tavola ogni giorno sono ancora più reticenti di prima. Se si eccettuano poche referenze, per tutto il resto si può omettere di indicare l’origine della materia prima e, novità di fine 2014, pure lo stabilimento di trasformazione.
Fonte: Libero