E’ sempre più crisi per le regioni del Mezzogiorno d’Italia. La produzione cala, la disoccupazione galoppa, i giovani tornano a scappare dal sud. Un quadro sconfortante. Ma nel Mezzogiorno ci sono realtà che, ancora, riescono a garantire occupazione e qualità. È il caso dell’agroalimentare che rappresenta l’unica voce attiva di regioni come la Calabria e la Sicilia. In Calabria, in particolare, è da porre sotto la lente d’ingrandimento l’esperienza del Consorzio di tutela della Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP. Un organismo di controllo al quale aderiscono oltre 100 aziende produttrici e circa 30 centri di confezionamento. Gli addetti sono migliaia e, stagionalmente, le giornate lavorative complessive sono circa 70 mila. Numeri d’eccellenza per una regione come la Calabria che, da più parti, è considerata come il fanalino di coda italiano.
La cipolla rossa di Tropea – Calabria Igp viene coltivata lungo la costa medio alta del Tirreno calabrese che si presta per la peculiarità dei terreni. Si coltiva su appezzamenti assolati vicini al mare su suoli di natura vulcanica, freschi e profondi. Quei terreni sono ricchi di nutrienti, in particolare di potassio. Nel 2015 sono stati prodotti oltre 250 mila quintali di cipolla rossa di Tropea – Calabria Igp poi immessi, nella quasi totalità, nel mercato nazionale ed internazionale. L’85% della produzione finisce nella GDO in Italia e all’estero, mentre il 10% va alle industrie di trasformazione per produzione di quarta gamma, confetture, sotto aceti e sotto oli; il 5% finisce nei mercati rionali. Nella grande distribuzione, così come sui banchi dei market di prossimità delle grandi città o nei mercati, la si può trovare fresca da Novembre a Giugno come cipollotto in mazzetti, ma anche allo stato secco come cipolla da serbo, confezionata in treccia, oppure, previo taglio delle code, in retini o in cassette.
Il volume d’affari dei consorziati tocca i 30 milioni di euro l’anno. Gli uomini del Consorzio di tutela, quotidianamente affrontano i problemi relativi al mercato. Ma la grande sfida che hanno da vincere riguarda la contraffazione. Problema che si è ridotto con la concessione del marchio Igp e con l’ingente opera di repressione delle frodi da parte del Corpo Forestale dello Stato, del Nucleo Anti Sofisticazioni dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Ma la vigilanza rimane sempre alta, soprattutto in difesa dei consumatori.
Fonte: Il Tempo