Pubblicato da pochi giorni nella Gazzetta ufficiale UE l’atto delegato che estende di un anno le misure straordinarie a sostegno dei produttori di ortoffrutta alle prese con le conseguenze della chiusura delle frontiere della Russia ai prodotti alimentari europei. Come anticipato il 30/04/2016 dalla bozza in possesso da ItaliaOggi il testo, che prolunga gli aiuti introdotti per la prima volta nel 2014, prevede una sostanziale riduzione dei quantitativi ammessi all’aiuto, stimabile intorno al 70% per tutti i paesi. Per l’Italia le cifre finali sono: 5.300 tonnellate per pere e mele, 4.600 per prugne, kiwi e uva da tavola, 1.000 per gli agrumi, 2.800 tonnellate per pesche e nettarine, 200 tonnellate per pomodori, carote, peperoni, cetrioli e cetriolini.
Le misure coperte dai finanziamenti europei sul settore ortofrutta sono il ritiro dal mercato per distribuzione gratuita o per altre destinazioni, la raccolta verde (prima della maturazione) o la mancata raccolta. A poter fruire dell’aiuto saranno tutti i produttori, ma il sostegno si riduce di metà per coloro che non fanno parte di organizzazioni di produttori (OP). Di «passo positivo» parlano Copa e Cogeca, le organizzazioni ombrello dei sindacati agricoli europei, che però definiscono «inaccettabile» il taglio «del 70% dei quantitativi ammissibili al sostegno» e «troppo basso» il prezzo riconosciuto ai produttori che operano il ritiro. Secondo dati diffusi dalla Commissione Europea, dall’inizio del blocco russo alle importazioni agroalimentari europee (agosto 2014), le quantità totali di frutta e verdura che hanno beneficiato di misure eccezionali superano 1,13 milioni di tonnellate con una spesa per il bilancio dell’Unione quantificabile in 280 milioni di euro.
Fonte: Italia Oggi