L’Indicazione Geografica dell’olio lucano, un marchio collettivo in grado di unire storia, paesaggio e territorio e conferire identità al prodotto in un mercato che vede la Basilicata impegnata a rappresentare circa l’1,5 per cento della produzione nazionale. È stato presentato ieri mattina, nel Dipartimento regionale Politiche Agricole e Forestali, il marchio dell’Indicazione Geografica dell’olio lucano grazie a cui, dopo l’avvio della richiesta ministeriale per l’ottenimento dell’identificativo IGP, saranno riconosciute le 750.000 tonnellate di produzione di olio regionale.
E infatti il comparto continua a registrare notevole successo. L’assessore Braia, ha ricordato i recenti riconoscimenti nazionali ed internazionali ricevuti per le qualità e proprietà organolettiche dell’oliva: il concorso “Monna oliva” vinto per la caratteristica oliva infornata di Ferrandina ( MT) oltre alla massiccia presenza degli olii lucani nelle guide Slow Food e Gambero Rosso con ben dieci olii inseriti e un premio “Sol d’Oro”.
Il direttore generale del Dipartimento, Giovanni Oliva, ha ricordato i numeri importanti del comparto olivicolo in Basilicata: circa 380mila quintali di produzione di olive e 28mila proprietari con un imbottigliamento pari al 22 per cento della produzione regionale, oltre ottanta etichette presenti che comprendono la Maiatica e l’Ogliarola del Bradano (come varietà autoctone del materano) e l’Ogliarola del Vulture nel potentino insieme a ulteriori varietà minori. “Insomma – ha concluso il direttore Oliva – grazie a questo logo collettivo che oggi presentiemo, l’olio lucano sarà egregiamente rappresentato sulle tavole di tutto il mondo”.
Fonte: Askanews