Brescia Oggi

Nessuno è profeta in patria. Non lo è nemmeno l’olio extravergine Garda DOP, che grazie alla sua qualità riconosciuta a livello mondiale, per i due terzi viene esportato all’estero, mentre il mercato italiano è invaso da olii extracomunitari, senza etichettatura d’origine. Di questo e d’altro si parlato ieri a Puegnago, dove l’Associazione lombarda dei produttori olivicoli (Aipol) ha trovato una nuova casa, quella Villa Galnica già sede del Consorzio Valtenesi e che, come ha ricordato proprio ieri mattina il sindaco Adelio Zeni, «fa di Puegnago l’epicentro enogastronomico del Garda».

Le produzioni locali giocano per vincere la gara qualità, non della quantità. A parlare sono i numeri, confermati dalle istituzioni che hanno partecipato alla giornata inaugurale: l’assessore regionale Gianni Fava, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, il tecnico Silvano Zanelli, presidente di Aipol. L’olivicoltura lombarda si sviluppa attorno ai laghi, dove si contano circa 2500 ettari e oltre 650mila olivi, con il Garda DOP a fare da capofila con la monocultivar Casaliva, una delle «varietà più apprezzate, anche fuori dall’Italia. «Le produzioni gardesane – ha spiegato Fava – risentono di quel paradosso lombardo in cui la produzione è già inferiore ai consumi, e oltre metà del prodotto viene esportato all’estero. I numerici dicono che in Lombardia riproducono circa 850mila litri di olio e ne esportano fuori dall’Italia oltre i due terzi».

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