La filiera olivicolo olearia è in allarme per il rischio che le truffe sull’origine dell’olio extra vergine d’oliva non vengano severamente punite. L’articolo 4 dello schema di decreto legislativo sulle sanzioni inerenti il regolamento comunitario 29/2012, infatti, prevede che, «salvo il fatto costituisca reato», una falsa o ingannevole designazione dell’origine in etichetta venga punita con una sanzione amministrativa da 1.600 a 9.500 euro. Lo schema di decreto legislativo prevede la stessa sanzione per le aziende che riportino in etichetta «segni, figure o illustrazioni in sostituzione della designazione dell’origine o che possono evocare un’origine geografica diversa da quella indicata». Le preoccupazioni della filiera emergono sulla base della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 4 marzo 2014 (Grande Stevens e altri e Italia) secondo cui: «Un procedimento penale non può quindi essere aperto per gli stessi fatti oggetto di una decisione amministrativa definitivamente confermata dai tribunali e passata quindi in giudicato…».
In un comunicato congiunto, i ministeri della giustizia e delle politiche agricole chiariscono che «la prevalenza della norma penale verrà assicurata, in ogni caso e senza dubbi, anche chiarendo ulteriormente che, nel caso di individuazione di illeciti penali, le sanzioni amministrative non verranno applicate, in attesa degli esiti delle indagini penali». Il testo del dlgs è attualmente all’esame del parlamento, per il parere preventivo e il governo si è impegnato a «specificare e rafforzare la prevalenza delle fattispecie penali e il quadro sanzionatorio del decreto affinché possa adempiere alla sua finalità di integrare e irrobustire la legge Mongiello, e le vigenti norme del codice penale, e per continuare ad assicurare la coerenza con i lavori della commissione Caselli».
Fonte: Italia Oggi