L’autunno bussa alle porte e per gli appassionati cercatori di funghi questa è la stagione che serba maggiori soddisfazioni inizia la stagione del Fungo di Borgotaro IGP.
Esiste un’area nel nostro Paese davvero speciale per la raccolta, un territorio che ha ottenuto l’unico riconoscimento di tutela dell’IGP conferito dall’Unione europea a questa risorsa dei boschi. È l’ampia fascia forestale tra le province di Parma e Massa Carrara che, dall’altezza di 600 metri, raggiunge i crinali dell’Appennino sfiorando i 1800 metri del monte Bue, caratterizzata sul versante parmense dalla millenaria presenza delle comunalie, antico istituto giuridico che ancora oggi regolamenta il godimento delle risorse della foresta.
Nel 1957, infatti, è stato costituito il Consorzio Comunalie parmensi, un ente che associa i piccoli territori in proprietà collettive, tutelandone il patrimonio attraverso la gestione sostenibile degli ampi boschi comuni della valle e la raccolta dei frutti del sottobosco. Sul versante toscano, invece, a disciplinare l’accesso alle selve è la Cooperativa Giogallo di Pontremoli. Per raggiungere i luoghi di raccolta esistono strade percorribili in automobile e con fuoristrada.
“I funghi che vengono identificati con l’IGP fanno parte del genere boletus, i porcini”, spiega Luciano Sabini, presidente del Consorzio di Tutela del Fungo di Borgotaro IGP. Solo quattro specie delle oltre 300 esistenti sono associabili al marchio comunitario e la loro crescita si concentra da settembre a fine novembre.
“Le modalità di ottenimento dell’IGP sono abbastanza complesse e prevedono l’iscrizione delle particelle catastali sulle quali avviene la raccolta in un apposito registro e la registrazione delle persone fisiche o giuridiche abilitate” prosegue.
Infine, prima di essere immessi nel circuito commerciale, i funghi sono sottoposti a ispezione da parte di un micologo.
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Fonte: www.salepepe.it