Italia Oggi
India e Cina in testa alla classifica delle violazioni sulla sicurezza alimentare. Lo rileva una ricerca condotta dalla compagnia Food Sentry, sulla base di dati governativi e analisi di laboratorio. La società americana ha calcolato che nel 2013 sono state 3.400 le violazioni delle norme sulla sicurezza alimentare riguardanti i prodotti esportati da 117 paesi. I dieci paesi che guidano la classifica con il maggior numero di violazioni sono India al primo posto con 380 casi seguita da Cina con 340, Messico con 260, Francia con 190, Stati Uniti con 180, a cui si accodano Vietnam, Brasile, Repubblica Dominicana, Turchia e chiude la Spagna con 108 casi. La frequenza maggiore di violazioni riguarda la presenza illegale o eccessiva di pesticidi. Ne sono stati identificati più di 135 oltre a numerosi altri non specificati. Altri fattori ricorrenti sono la contaminazione da agenti patogeni (22%), scarsa igiene e condizioni insalubri (15,7%), eccessiva contaminazione da micotossine (10,2%), contaminazione oltre i limiti o illegale da additivi chimici (4,5%), eccessiva presenza di metalli tossici (3,4%) o di antibiotici (2,2%). Il 23,5% delle violazioni ha riguardato i frutti di mare, il 20% la verdura, il 13,8% la frutta, l’8,9% erbe e spezie, il 7,5% latticini, il 7,1% cereali, il 7% carne e il 6,5% noci e semi. Food Sentry raccoglie dati varie fonti ufficiali in tutto il mondo e ha notato come nessun Paese controlli più del 50% del cibo che importa. Gli Stati Uniti controllano meno del 2% di tutti gli alimenti che viene importato nel paese, circa 25 milioni di spedizioni all’anno.
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