E sulle etichette il dibattito si riaccende anche nel nostro Paese. Il ministro Maurizio Martina è favorevole e ha assicurato il suo impegno a sostenere la battaglia ma in sede UE. “Per noi – ha detto il ministro- valorizzare l’origine è un tratto distintivo e l’etichettatura è ilmezzo che consente al consumatore di scegliere in modo consapevole”. Ma ha anche però chiarito che la regola deve essere europea. L’Italia infatti sulle norme proposte negli ultimi dieci anni a livello nazionale ha sempre incassato la sonora bocciatura di Bruxelles con il rischio di aperture di infrazioni.
Sotto la spinta di Italia e Francia sembrano però crearsi le condizioni possibili a Bruxelles. Parigi infatti ha già incassato il primo via libera dalla Commissione UE, in base al regolamento 1169 entrato in vigore nel 2014, per l’etichettatura di origine per i derivati del latte e della carne. Questo regolamento consente ai singoli Stati di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole.
E dalla consultazione online realizzata lo scorso anno come sottolinea il Mipaaf è emerso con chiarezza l’orientamento dei consumatori italiani. Oltre il 96% vuole un’etichettatura in cui sia scritta in modo chiaro e leggibile l’origine dell’alimento, l’84% chiede di conoscere il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione. Per 8 italiani su 10 è decisivo per l’acquisto che il prodotto sia realizzato con materie prime italiane e sia trasformato in Italia.
Fonte: Il Sole 24 Ore – Agrisole