Giù le mani dalle organizzazioni dei produttori ortofrutticoli. Che sono il braccio operativo designato dall’Unione europea per aggregare l’offerta, garantire un adeguato reddito agli agricoltori attraverso gli aiuti previsti dall’Ocm (Organizzazione comune di mercato) e per garantire la fornitura di adeguati volumi e standard qualitativi della materia prima alle aziende di trasformazione. La richiesta, attraverso un documento scritto congiunto firmato a un convegno organizzato da Assomela alla rassegna Interpoma di Bolzano, sono state nei giorni scorsi le organizzazioni cooperative dei cinque principali paesi produttori ortofrutticoli: Italia, Francia, Spagna, Belgio e Olanda.
Una sorta di petizione finalizzata a chiedere a Bruxelles, nel quadro della consultazione pubblica avviata dalla Commissione Ue nel giugno scorso, il mantenimento e il rafforzamento del regime di aiuto alle Op previsto dall’attuale Ocm ortofrutta.
«Il sostegno alle Op – ha spiegato Fedagri-Confcooperative in una nota, anche a nome delle altre centrali coop (Legacoop Agroalimentare, Agci-Agrital e UnciIscat) – resta una priorità imprescindibile e non è in alcun modo accettabile un suo indebolimento attraverso la messa in campo di nuove opzioni che implicherebbero l’abbandono totale o parziale dell’attuale meccanismo di aiuti. Se si immaginasse di cambiare l’orientamento strategico dell’attuale Ocm ortofrutta, ne verrebbero penalizzate non solo le organizzazioni di produttori e i loro soci, ma l’intera filiera ortofrutticola europea».
Certo, ammettono le organizzazioni dei cinque paesi nel documento comune, il livello medio di aggregazione dell’offerta nel settore ortofrutticolo è ancora insufficiente. Comunque inferiore al 60% del totale caldeggiato da anni dalla Commissione europea. E comunque, osserva il «gruppo dei cinque», non vanno dimenticati i benefici anche per i produttori non organizzati grazie al ruolo esercitato sui mercati dalle Op. Il fatto che una patte della produzione sia organizzata, infatti comporta benefici concreti sia per i rappresentati dell’industria e della distribuzione che possono trovare nelle Op fornitori competitivi e stabili, con una migliore e più ampia capacità di fornitura, sia ai consumatori, ai quali è offerta una migliore qualità e tracciabilità dei prodotti.
Da qui la ferma difesa del sistema finanziario dell’Ocra ortofrutta, visto che nel tempo ha dimostrato tutta la sua efficacia. A partire da «cofinanziamento obbligatorio da parte dei produttori delle Op, che non solo raddoppia le risorse disponibili, ma garantisce anche che vengano intraprese unicamente azioni realmente efficaci e condivise». Senza dimenticare che l’aiuto erogato, direttamente proporzionale al valore della produzione commercializzata, contribuisce a far crescere le Op nella direzione di una sempre maggiore valorizzazione e concentrazione dell’offerta. Per il resto, i mezzi finanziari concessi alle Op ortofrutticole sono molto limitate: inferiori al 2% rispetto al bilancio totale della politica agricola comune, in rapporto alla importante contribuzione della produzione ortofrutticola sull’insieme del settore agricolo, che è pari a circa al 22% della produzione lorda vendibile.
Fonte: Agrisole